Il gruppo operativo dei sindaci e dell’associazione zone franche montane Sicilia domenica scorsa si sono dati appuntamento presso l’Aula consiliare del Comune di Petralia Sottana.
Dall’incontro è emersa la necessità e l’urgenza di incontrare la deputazione nazionale eletta in Sicilia e il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, impegnato in un’estenuante trattativa con lo Stato per la definizione degli accordi con la Regione, anche in materia finanziaria.
Tra l’altro, anche la necessità di perimetrare, con apposita delibera di Giunta regionale, le zfm siciliane. Secondo l’assessore Mimmo Turano, questo atto dovrebbe essere definito giovedì prossimo. La notizia dell’adozione della proposta dell’Assessore alle Attività produttive è stata confermata anche dal presidente Musumeci.
Una domenica mattina dedicata a fare il punto sul percorso istitutivo delle zone franche montane in Sicilia, nel corso della quale sono emerse le criticità e i ritardi rispetto alla celere definizione dell’iter, che sta segnando il passo presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica.
In realtà la Commissione, presieduta dal senatore abruzzese Luciano D’Alfonso, è in attesa del parere della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, la quale attende, per il rilascio del via libera ai colleghi della “Finanze e Tesoro”, da parte della Ragioneria generale dello Stato, indicazioni sulla copertura finanziaria certa.
I tecnici della Ragioneria hanno già redatto una relazione e hanno stimato che “complessivamente, nel caso in cui la norma si applicasse a tutti i 132 comuni, si determinerebbero minori entrate pari a 145,5 mln € su base annua”.
Le minori entrate si riferiscono all’IRPEF, IMU e IRAP e sarebbero interessate, secondo i dati riportati nella relazione, 36176 imprese attive, nessun riferimento a nuovi investimenti, quindi alla possibilità di creare nuovi posti di lavoro, che è lo spirito con il quale il Comitato regionale si muove da oltre 2345 giorni.
Nella relazione si fa riferimento anche alla possibilità di utilizzare strumenti europei “in materia di aiuti di importanza minore, c.d. de minimis”.
A tal proposito, sindaci, associazione e organizzazioni sindacali, in una lettera inviata il 3 agosto al MEF e alla Commissione presieduta da D’Alfonso, son stati lapidari: “La legge (istitutiva le zfm in Sicilia, ndr) intendeva, altresì, avviare un percorso legislativo “correttivo” considerato che nel passato, in maniera palesemente erronea, si era fatto riferimento al c.d. de minimis”.
«Non siamo interessati ad “aiuti di importanza minore», fanno sapere dal Comitato.
«Il Parlamento regionale ha approvato la Legge e un Ordine del Giorno che impegna il Governo regionale a pattuire con lo Stato di destinare il cespite tributario dell’Iva all’importazione alla copertura strutturale della norma di politica economica», affermano dal Comitato regionale.
«Formalmente – chiosano – dall’ARS, al momento, non possiamo aspettarci altro, la palla è passata al Governo regionale, che dovrà giocarla a Roma».
Il tempo è adesso ed è anche quello della chiarezza. Il terreno di gioco si è spostato nei centri decisionali della Capitale, tra Senato e (presto, si spera) Camera.
«Lunedì prossimo, a Linguaglossa è previsto un briefing – concludono i rappresentanti del Comitato – con i deputati nazionali eletti in Sicilia e il presidente Musumeci. Occorre un confronto sereno, non possiamo permetterci di perdere un solo giorno. Gli operatori economici, rappresentati dai rispettivi amministratori comunali hanno bisogno di conoscere le prospettive del loro futuro e, soprattutto, chi avranno accanto in questa storica battaglia di civiltà».