Intervista al musicista e cantautore Alessandro Moschini

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Alessandro Moschini, classe 1969, inizia a suonare la chitarra acustica nel 1985 ed il basso nel 1986. Nello stesso anno forma la sua prima band: i G.L.A.S. Il genere proposto è hardrock melodico molto in voga in quegli anni. Nel 1988 i G.L.A.S. danno alle stampe il mini album “Audax Vincit” stampato su vinile da G.A.S. Records, casa discografica di proprietà del batterista dei Litfiba Daniele Trambusti. Questo disco oggi è considerato un reperto storico del movimento metal italiano anni 80 ed è piuttosto quotato tra i collezionisti di vinili. Dopo lo scioglimento dei G.L.A.S., avvenuto nel 1993 Alessandro Moschini milita per un breve periodo (1995/96) nella hardrock band lucchese H.A.R.E.M. capitanata dal tastierista dei Death SS Freddy Delirio. Con gli H.A.R.E.M. Alessandro Moschini incide un demo tape e si esibisce tra gli altri ad un festival tenutosi a Palermo nell’estate del 1996. Nel 2008 riforma i G.L.A.S. Da questa reunion viene partorito l’album “Planet Music” registrato nel 2008 ma pubblicato postumo su Spotify nel 2018. Un estratto dell’album dal titolo “Nothing left to say” viene inserito nella cd compilation “Volume 2” dell’etichetta americana “VD Records”. Dal 2009 al 2014 Alessandro Moschini suona con il gruppo folk pesciatino Fuoridalcoro con i quali si esibisce in un concerto tributo a Fabrizio de André andato in onda sul canale 926 di Sky e spesso tuttora in replica. Nel 2015 forma, in coppia con la cantante Costanza Pieri il duo “Corde & Vocali” che pubblica due lavori: Il singolo “Firmato tua F.” nel 2016 (edito dalla casa editrice romana Kimerik) ed il mini cd “Parte un treno ogni minuto”, autoprodotto e colonna sonora dell’omonimo spettacolo teatrale a cui anche il duo partecipa. Parallelamente a questo progetto Alessandro Moschini inizia un percorso solista che lo vede inizialmente cimentato come cantante per poi virare verso il genere strumentale ambient nel quale il musicista montecatinese si guadagna un certo seguito a livello italiano ed internazionale grazie a vari singoli pubblicati su Spotify e su tutte le piattaforme che riscuotono un buon numero di ascolti ed ascoltatori. Attualmente Alessandro Moschini è coinvolto in tre progetti musicali: Il duo Coffee & Flowers, insieme al cantante Gianluca Niccoli, con il quale è stato dato alle stampe l’album di esordio “Capatosta” (5600 ascoltatori mensili, il singolo “When you fall in love” ha superato 133.000 ascolti su Spotify) l’altro duo acustico Midnight Bouquet, insieme alla cantante Carmela Fiorello, con il quale ha pubblicato l’omonimo mini album di esordio (1 inedito e 3 covers) e la neonata band hardrock Hand On Heart, che pubblicherà presto il primo album. Tutti i lavori editi di Alessandro Moschini sono presenti ed ascoltabili in moltissime  piattaforme di musica online.

Da dove germoglia la creatività che unisce questo tuo percorso musicale?

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La musica è dentro di me da sempre. Ascolto musica da quando ero piccolo. Avevo un mangiadischi a casa negli anni ’70 e molti dischi soprattutto di Rita Pavone che mia sorella adorava. Da li poi ho iniziato ad ascoltare ed esplorare i vari generi musicali e crescendo ho capito che quello che desideravo più di qualsiasi altra cosa era suonare. Ho comprato la mia prima chitarra a 16 anni in un negozio che non esiste più da molti anni. Quando ho iniziato con i primi accordi ho capito che avevo cose da dire e volevo dirle in musica. Volevo creare e suonare canzoni mie, donare qualcosa di me a chi mi ascolta.

Quali sono i momenti di più grande ispirazione, che hanno attraversato la tua vita?

Principalmente i momenti d’amore in tutte le sue forme, che sia per la propria partner o per i propri cari fino ad arrivare ai luoghi del cuore. Sull’album dei Coffee & Flowers c’è un brano che si intitola Sun and Wind che è dedicato a mia madre.

A quale genere strumentale sei maggiormente legato?

Rispondere con un genere soltanto sarebbe riduttivo. Sono cresciuto con l’hardrock degli anni ’80 ma nel cammino della mia evoluzione ho esplorato e suonato altri generi come la canzone d’autore, il rock progressivo e lo swing jazz tanto per citarne alcuni. Adoro la musica classica. La buona musica mi piace di qualsiasi genere essa sia.

Nel panorama italiano chi ha influenzato la tua vena artistica?

Sono molti i nomi che hanno contribuito alla mia formazione musicale. Tra i più importanti ci sono sicuramente Fabrizio de André, la Premiata Forneria Marconi ed il primo Renato Zero ma potrei andare avanti all’infinito.

Secondo te, quale contributo hanno potuto dare internet e relativi social network, nel tuo cammino e quale è il tuo pensiero sulle potenzialità che accomunano il  panorama musicale odierno in questo periodo di pandemia?

I social network hanno dato un contributo fondamentale affinché gli artisti indipendenti potessero emergere, non soltanto nell’ambito musicale. Molti sono gli artisti che sono giunti alla ribalta costruendosi un massiccio seguito mediante i social. In questo momento di pandemia ancora di più. Personalmente in questi mesi, non essendo possibile suonare dal vivo, mi sono concentrato tantissimo sulla promozione attraverso la rete social e questo fruttato ottimi risultati soprattutto dettati dal fatto che c’è stata una grande collaborazione ed un grande interscambio con altri artisti. Ognuno di noi ha condiviso la propria scena senza perdere niente. Ha solo guadagnato in pubblico e numeri.

Da musicista e cantautore professionista quale consiglio vorresti dare agli artisti che hanno iniziato ad intraprendere la tua stessa carriera?

Non mi sento nella posizione di poter dare consigli. Credo che sia importante comunque restare umili e porsi degli obiettivi intermedi raggiungibili per arrivare all’obiettivo finale alzando l’asticella di volta in volta.

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