I pesci pagliaccio (Amphiprion percula) sono diventati famosi grazie al film d’animazione Alla ricerca di Nemo (2003) della Pixar e sono conosciuti per la loro brillante livrea, in cui il vivido colore arancione è intervallato da striature bianche e nere: ogni esemplare ha uno schema di striature che lo distingue da tutti gli altri. Sono chiamati anche pesci anemoni, perché vivono in simbiosi con diverse specie di anemone di mare.
Uno studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da Vincent Laudet, dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate university (OIST) e colleghi, ha scoperto che la rapidità con cui si formano le striature bianche durante la metamorfosi, il passaggio dalla fase larvale a quella adulta, dipende dal tipo di anemone in cui vive il pesce pagliaccio: se si tratta della specie Heteractis magnifica, la crescita è più lenta rispetto al caso della specie più tossica Stichodactyla gigantea.
I ricercatori hanno scoperto anche il meccanismo genetico sottostante: il tipo di anemone influisce sull’attività del gene duox, implicato nella produzione degli ormoni tiroidei, che a loro volta regolano la formazione delle striature. Infine gli autori hanno riprodotto l’effetto degli anemoni sulle striature trattando larve di pesce pagliaccio con l’ormone tiroideo T3 oppure con il farmaco MPI, che blocca la sintesi di ormoni tiroidei.