CATANIA – Un ponte tra il mondo associativo e quello universitario, per aprire le porte del mondo del lavoro a studenti e neolaureati. Questo l’obiettivo della collaborazione nata tra Ance Catania e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Catania (Dicar), illustrato durante l’ultimo webinar “Le prospettive occupazionali nel settore dell’Ingegneria civile ed edile”.
«In passato abbiamo lavorato spesso in sinergia con il Dicar, ottenendo ottimi risultati sia nella direzione delle ricerche scientifiche, che nell’organizzazione di convegni e seminari su tematiche di grande interesse – commenta Rosario Fresta, presidente di Ance Catania – L’intento è dare la possibilità ai giovani di guardare con ottimismo al futuro e ridare slancio al settore edilizio, avviando tirocini che diano spazio a risorse smart e menti brillanti. Il mondo del lavoro si è evoluto e le figure professionali richieste sono molteplici, da quelle tradizionali a quelle nuove che si affacciano su un mercato in continua evoluzione, come l’ingegnere civile con connotazioni di stampo gestionale».
«Dopo gli anni di crisi, a partire dal 2008 – aggiunge il vicepresidente dell’Associazione dei Costruttori etnei Salvatore Messina – si guara con ottimismo alla ripresa del settore, iniziata proprio i questi mesi, dopo l’emergenza pandemica, grazie alle nuove prospettive offerte dai bonus edilizi, dalle risorse economiche del Recovery Plan e dall’approvazione del Documento di Economia e Finanza 2021. Sono numerose le imprese che cercano nuove risorse da inserire nel proprio organico, in prima battuta con tirocini post laurea, poi con contratti di assunzione».
Soddisfazione espressa anche dal direttore del Dicar Enrico Foti: «Sono tante le iniziative proposte da Ance Catania e rivolte ai giovani: ricerche su progetti territoriali, borse di studio e attività propedeutiche per l’inserimento in azienda. Si tratta di un accordo proficuo per il collegamento tra i percorsi accademici e quelli professionali che, sono certo, potranno favorire lo sviluppo del nostro territorio, arginando la fuga dei nostri cervelli verso altre città».