L’Aspromonte entra a far parte dell’Unesco Global Geoparks, la Rete Mondiale dei Geoparchi Unesco. Un riconoscimento, arrivato il 22 aprile, che porta la firma anche dell’Università di Catania grazie al fondamentale ruolo rivestito dai ricercatori etnei nell’elaborazione della complessa procedura per l’accreditamento.
La candidatura all’Unesco è stata lanciata nel 2017 per promuovere le peculiarità del massiccio dell’Aspromonte che rivelano una storia antica, complessa e unica.
Un riconoscimento che consentirà al “Geoparco Aspromonte” di valorizzare il prezioso patrimonio costituito da 8 geositi di rilevanza internazionale, ma anche le sue specificità culturali e naturalistiche con importanti ricadute socio-economiche sul territorio grazie al turismo.
«Si tratta di un importante ed ambizioso traguardo per l’Aspromonte che entra assieme al Parco della Maiella nella Rete mondiale dei Geoparchi, cioè quella rete di territori che possiedono un patrimonio geologico particolare e una strategia di sviluppo sostenibile sorretta da un programma europeo idoneo a promuovere sviluppo – spiega il prof. Rosolino Cirrincione del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania -. Territori che comprendono un certo numero di siti geologici di particolare importanza in termini di qualità scientifica, rarità, valore estetico o educativo e che possiedono un ruolo attivo nello sviluppo economico del suo territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geo-turismo».
L’Aspromonte è il lembo di terra più meridionale della Calabria. Dal punto di vista geologico è un tutt’uno con i Monti Peloritani, tanto è vero che l’unità tettono-metamorfica superiore dei Peloritani nella letteratura geologica è nota come Unità dell’Aspromonte.
«È lunga la storia che lega l’Università di Catania all’Aspromonte e che affonda le radici negli anni ’70, quando il prof. Antonino Pezzino avviò il rilevamento geologico dei terreni cristallini del bordo meridionale del massiccio aspromontano – continua il docente etneo -. Da allora e fino ad oggi questo lembo di terra è diventato un laboratorio naturale inesauribile di ricerche geologiche per i ricercatori di tutto il mondo, ma in particolare per il gruppo di ricerca MEIGEPEG – Metamorphic and Igneous Geo-Petrology Group dell’Università di Catania che ha prodotto oltre cento articoli scientifici dedicati all’Aspromonte e pubblicati sulle principali riviste nazionali ed internazionali. Ricerche che hanno evidenziato le peculiarità scientifiche di questa terra».
Protagonisti di questo laborioso riconoscimento sono i docenti Rosolino Cirrincione e Gaetano Ortolano con la collaborazione della prof.ssa Rosalda Punturo e dei dott. Mario Pagano e Roberto Visalli che hanno seguito, assieme ai funzionari del Parco dell’Aspromonte, in particolare con la dott.ssa Sabrina Santagati, la complessa procedura per l’accreditamento.
«Da oltre tre anni un lavoro continuo ed estenuante condotto su terreno e in laboratorio cartografico che ha finalmente fornito il risultato tanto atteso» conclude il prof. Cirrincione.