Libri, Ubaldo Ferrini racconta "La radio libera. La radio prigioniera"

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CATANIA – Da settimane primo in classifica su Amazon per la categoria “Radio” e tra i più venduti del momento per “Arte e Spettacolo” e “Studi Culturali e Sociali”, superando ogni tipo di previsione tanto da poter essere definito come possibile “best seller”.

Il libro “La radio libera, la radio prigioniera”, edizioni Akkuaria, battesimo letterario di Ubaldo Ferrini-come spiega l’autore- é un racconto emozionale ed emozionante dagli anni settanta ai giorni nostri sul mondo della radio tra mode, passioni e sentimenti con il passaggio fondamentale della nascita delle radio libere e di un passato radiofonico, forse sottovalutato, che si pone come strumento necessario per scrivere il futuro di chi vuole intraprendere il cammino professionale della comunicazione radiofonica.

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“Esperienze vissute in prima persona- spiega Ubaldo Ferrini  -come l’ascolto continuo della radio, letture e confronti con altri cultori e/o esponenti del mezzo con l’esigenza di mettere per iscritto  le mie idee dando ordine alle mie riflessioni sulla radio, con qualche breve cenno al mio trascorso nelle pagine di un libro”.

“La radio libera, la radio prigioniera” è strutturata in quattro parti: la prima dedicata a racconti legati al passato dal taglio prettamente personale, la seconda nata per ricordare un mondo che non c’è più ai tempi degli studi analogici, la terza tocca il delicato argomento delle affinità e divergenze tra emittenti locali e network, la quarta pone riflessioni sulla radio contemporanea e sui suoi possibili scenari futuri.

Libro, riconosciuto dalle riviste di settore come un vero caso editoriale, non è solo l’opera prima del giá noto speaker radiofonico e accreditato tutor radiofonico in laboratori universitari e corsi di formazione oggi applaudito scrittore ma é specchio dei nostri tempi, che delinea i momenti fondamentali per la comunicazione del nostro Paese, come il passaggio della prima fase della radiofonia italiana dopo la sentenza  202/1976 della Corte Costituzionale, che aveva liberato l’etere dall’egemonia del servizio pubblico radiotelevisivo ad oggi.

“Al fenomeno delle radio libere sempre tra gli anni 70 e 80 furono legate anche molte mode- aggiunge Ferrini-come quelle degli adesivi con il logo delle radio appiccicati un pó ovunque  dal lunotto dell’auto agli armadi, i vestiti o i diari un vero must diffuso in tutta Italia a cui ogni emittente contribuiva alla propria promozione a un costo relativamente basso e con risultati eccellenti”.

In copertina un’iconica immagine di una radio retró che si libera dalle sbarre di una prigione, realizzata da Turi Papale, la quale narra dalla viva voce di quei “sopravvissuti” di quella generazione che ancora oggi a distanza di anni in memoria dell’antico furore e sacro fuoco ha il coraggio e la voglia di mettersi sempre in gioco.

Un’evoluzione continua quella della radio che dall’analogico al digitale vede il suo cambiamento più importante.

La prefazione é di Marco Biondi e la postfazione di Massimo Lualdi prestigiose firme del settore radiofonico, che sottolineano come Ubaldo Ferrini abbia tracciato il cammino della radio approfondendo il passato per scrivere il futuro del nuovo modo di comunicare in radio.

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