L’ANPI Sicilia esprime viva solidarietà e sostegno alle famiglie dei diciotto pescatori di Mazara del Vallo sequestrati dai militari libici del generale Haftar giorno 1 settembre, mentre si trovavano in acque internazionali.
Da oltre tre mesi i due pescherecci, Antartide e Medinea, si trovano ormeggiati nel porto di Bengasi. I pescatori – che non hanno mai avuto formalizzazione dell’accusa – otto mazaresi, sei tunisini residenti a Mazara da diversi decenni, due senegalesi e due indonesiani – sono rinchiusi nel carcere di El Kuefia.
Nel corso di questi mesi l’angoscia delle famiglie è diventata sempre più drammatica. In diverse occasioni, con il sostegno di cittadini, strutture sociali e della Diocesi di Mazara, hanno ripetutamente e pubblicamente manifestato il proprio dolore; davanti a Montecitorio a Roma hanno organizzato un presidio con carattere permanente.
L’ANPI Sicilia, nel richiedere l’immediata liberazione dei diciotto lavoratori sequestrati, esorta il Governo nazionale a mettere in atto le risolute azioni necessarie all’immediata liberazione dei pescatori. I rapiti, dopo novantasei giorni di reclusione nel carcere, non possono più aspettare; così come le loro famiglie.
Inoltre L’ANPI Sicilia, in chiusura del proprio comunicato “Invita le strutture istituzionali siciliane e nazionali varie, le forze politiche e sociali, ad attivare tutte le incisive iniziative di sensibilizzazione e supporto”.