Riceviamo e pubblichiamo
Dalla retorica del multiculturalismo alla propaganda immigrazionista, dall’ideologia gender alla grande illusione globalista. E ancora, la crisi della Chiesa sotto Papa Bergoglio, la furia iconoclasta del movimento Black Lives Matter, il fenomeno di Greta Thumberg, la pandemia Covid-19 che tanto sta condizionando le nostre vite. Sono solo alcuni dei temi che si incontrano ne Gli inganni del politicamente corretto di Alessandro Severino, Bonfirraro Editore, in libreria e negli store online a partire dal 10 dicembre 2020.
Un saggio nel quale l’autore offre una lettura analitica della contemporaneità, a partire proprio dal concetto di politically correct. Un fenomeno che albeggia negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta, parallelamente allo sviluppo della New Left americana, esplode negli anni Novanta per deflagrare ai giorni nostri in tutto l’Occidente: «Il politically correct si è trasformato in un paradigma ideologico estremamente attivo e pervasivo nelle nostre democrazie – spiega Severino, sin dall’introduzione – che cattura il presente e disciplina ogni codice etico e comportamentale, prescrivendone le regole linguistiche e azzerando le differenze. Una neolingua nata come risultato di un conformistico pensiero unico mondialista».
Una trasformazione che impatta su svariati aspetti della società e della cultura occidentali, perché il neo progressismo è onnivoro e fagocita ogni pensiero: «Oggi la letteratura classica è superata perché antica – denuncia l’autore – la cultura filosofica è relegata ad attività erudita e autoreferenziale, delegittimata del suo ruolo soprasensibile e veritativo, per cui il filosofo è sostituito dall’opinionista prezzolato del clero televisivo, e l’influencer non può che aver ragione sullo storico. La religione, l’arte e tutto quello che è avvenuto nel passato viene ridotto al presente, perché tutto va riscritto in base all’attuale modello ideologico».
Il tutto in nome di un effimero ideale di giustizia sociale, che la cultura neo progressista identifica con l’eliminazione dei connotati maschilisti, antisemiti, omofobi e sessisti propri del capitalismo. Il rischio di un simile progetto, avverte Severino, è quello di ricadere nel dogma del relativismo, con tutto ciò che ne consegue anche dal punto di vista socio-economico: «La storia degli ultimi cinquant’anni dimostra che il capitale ha “legalizzato” il costume opponendosi altresì alle varie forme discriminatorie e di pregiudizio, ma, nel contempo, ha creato una società con diseguaglianze sociali sempre più marcate e certamente maggiori che nei primi anni Settanta».
Temi ponderosi, dunque, quelli affrontati ne Gli inganni del politicamente corretto, declinati agevolmente ma senza rinunciare all’approfondimento storico e al conforto di una robusta bibliografia. Rigore che permette all’autore di affrontare argomenti sensibili quello della crisi del cattolicesimo, dell’ideologia gender, del nuovo radicalismo femminista, fino alla presente emergenza pandemica delineata con sorprendente chiarezza, rifiutando ogni schematismo ma insistendo sulla necessità di cogliere l’occasione per costruire un nuovo paradigma sociale.
Non casuale la scelta, da parte dell’editore Bonfirraro, di procedere alla pubblicazione nel pieno della seconda ondata del Covid-19, che tanti dubbi sta suscitando nell’opinione pubblica italiana e internazionale. Un testo come quello di Severino potrà costituire un buon viatico per confrontarsi con questa situazione, e per riflettere sull’importanza del recupero della nostra identità e della sovranità nazionale per affrontare il difficile presente. A impreziosire la pubblicazione, la prefazione di Nuccio Carrara, ex parlamentare, già sottosegretario di Stato, e la postfazione di Francesco Giubilei, scrittore ed editore.