CATANIA – “Stiamo protestando insieme a tutti i lavoratori igienico-personali perché sappiamo che il servizio è messo in discussione”, afferma il segretario regionale del sindacato Snalv, Confsal, Antonio Santonocito. “Si tratta di lavoratori, circa 2000 in tutta la regione, altamente specializzati che danno un servizio efficiente e di qualità. È vero che il Consiglio di giustizia amministrativa ha espresso il parere che debbano essere le scuole a darlo, – continua – ma è pur vero che si tratta solo un parere non vincolante, peraltro noto, e che gli istituti non sono in grado di offrirlo. Ci sono due leggi regionali che dicono che gli Enti locali possono farlo in aggiunta. Lo hanno sempre fatto ma adesso si mette in discussione questo principio. Il personale delle scuole non può essere sempre a disposizione dei ragazzi come è necessario e quindi si sta mettendo a rischio il loro diritto allo studio. Non si può buttare alle ortiche il rapporto, creato negli anni, tra operatori e studenti disabili. Chiediamo alla Regione siciliana di recEdere da questo intendimento. Riteniamo che chi ha già delle difficoltà non possa pagare anche l’inefficienza di chi deve aiutarli”.
“La nostra protesta ha valenza umana e lavorativa”, afferma l’operatrice Grazia Zammataro “Non è giusto che i ragazzini che hanno problemi vengano gestiti da persone che non hanno le giuste qualifiche. I bidelli hanno già tanto da fare e non possono occuparsi anche dell’igiene della persona. È assurdo che le fasce deboli debbano sempre essere bastonate. Avrebbero dovuto prevedere più personale e invece lo cancellano”.
In piazza non solo gli operatori. “Il servizio è fondamentale – dice Giovanna Ramondetta, coordinatrice del servizio igienico-sanitario per le scuole pubbliche di Catania – dà un sostegno alle famiglie dei ragazzi disabili che conoscono da anni. Gli operatori rappresentano un conforto per chi lascia i propri figli con disabilità a scuola e sono qui per sostenerli e per difendere un diritto che dovrebbe essere sempre garantito”.