Salvato squalo da una imbarcazione di pescatori siciliani

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Una buona notizia fa sempre piacere.

Lo squalo “catturato” dalla Feluca nelle acque antistanti Palmi (RC) in realtà è stato salvato e liberato. I pescatori, che spesso vengono – a torto –  indicati come criminali, in realtà sono stati gli attori protagonisti di un ammirevole gesto che ha portato alla liberazione dell’animale; lo squalo, infatti, vagava  per il mare trasportandosi dietro dei materiali a cui si era impigliato e che gli impedivano di muoversi liberamente.

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I pescatori, imbarcati su una Feluca per la caccia al Pescespada, sistema di pesca artigianale storico tipico dello Stretto di Messina in cui gli esemplari pescati sono selezionati e scelti a vista, si sono prodigati, anche con qualche rischio dovuto alla  natura stessa del predatore marino, per liberare  il mako.

Viste le dimensioni dello squalo, nell’impossibilità di condurre l’operazione di salvataggio direttamente in acqua, si sono visti costretti ad issarlo a bordo, prendendo le opportune precauzioni sia per il benessere dell’animale che dell’equipaggio; una volta liberato è stato rimesso in mare e lo hanno visto allontanarsi.

Era circolato inizialmente un video parziale dell’operazione che non rendeva merito all’equipaggio della Feluca, sebbene non si fosse alcuna traccia di sangue né tantomeno dell’arpione che solitamente viene utilizzato per catturare i pescispada; la cosa è sembrata subito strana agli “addetti ai lavori” che hanno deciso di investigare sull’accaduto.

Le informazioni raccolte grazie ai ricercatori della SZN di Messina, dott.ssa Teresa Romeo e dott. Danilo Malara, nonché da parte di Antonella Donato, Presidente dell’Associazione Feluche dello Stretto di Messina, hanno reso possibile far luce correttamente sull’accaduto e rendere merito ai pescatori che si sono imbattuti in questa avventura a lieto fine da poter raccontare con orgoglio.

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