CATANIA – “Ogni giorno, ormai da mesi, nei tratti viari che, almeno nelle intenzioni, per volontà del Comune erano stati interdetti agli automobilisti deviando anche due linee di autobus, l’anarchia regna sovrana (si tratta di via Plebiscito, nel tratto compreso tra via Martoglio e via Botte dell’Acqua e via Lago di Nicito, dall’incrocio con via Roccaromana). I controlli dove sono? E il pericolo cedimento, che aveva costretto a allargare l’area di sicurezza, che fine ha fatto? A che punto siamo sul pressing del Comune per avviare quanto meno la messa in sicurezza del palazzo di via Castromarino?”.
Se lo chiedono, a oltre quattro mesi dal crollo, Luciano Cantone, portavoce M5S alla Camera dei Deputati, e Graziano Bonaccorsi, consigliere comunale, di fronte al “vogliamo pensare apparente – precisano – disinteresse del Comune verso una ferita alla città che stenta a rimarginarsi, riaperta ogni giorno dal dramma che stanno vivendo le 14 famiglie sfollate, non beneficiarie di nessun tipo di aiuto concreto, a oggi, da parte di Palazzo degli Elefanti”.
“Vogliamo capire – proseguono Cantone e Bonaccorsi – perché non siano stati attivati subito percorsi di salvaguardia a sostegno di famiglie certamente incolpevoli rispetto a un crollo che solo per un miracolo non si è trasformato in tragedia, e solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco. Più volte, in sede di commissione consiliare, il tema Castromarino è stato sollevato, l’assessore Porto solo qualche giorno fa ha risposto di “avere le mani legate”: pretendiamo, da portavoce dei cittadini, di far rispettare immediatamente un’ordinanza emessa dallo stesso sindaco Pogliese a fine febbraio. E chiediamo che si accenda più di un “faretto”, oltre che sulle pubbliche vie, anche sulla questione generale che coinvolge vite umane e grida il ripristino della legalità in un intero quartiere citttadino”.
“Oltre a garantire i controlli – concludono Cantone e Bonaccorsi – chiediamo che si trovi una soluzione per la riapertura, anche parziale, di via Lago di Nicito per permettere agli operatori commerciali che possono riprendere il lavoro di poterlo fare in tutta sicurezza. I commercianti della zona sono al collasso, e da ben prima del lockdown”.