PALERMO – La sanità siciliana è sempre più inaccessibile soprattutto per chi ne ha più bisogno, cioè soggetti fragili e anziani. “E questo è ancora più preoccupante in tempi di emergenza sanitaria da Covid-19, in cui prevenzione e medicina del territorio dovrebbero essere i cardini di un sistema che funziona”.
Lo sostiene lo Spi Cgil Sicilia che al riguardo ha realizzato una ricerca, con la collaborazione di esperti e con una indagine sul campo che ha coinvolto, attraverso interviste, medici di base, anziani over 65 e i direttori generali delle Asp di Palermo, Caltanissetta e Ragusa. La ricerca, dal titolo “La sanità ad ostacoli”, sarà presentata in video conferenza domani, martedì 26 maggio, alle 10, con diretta sulla pagina Facebook dello Spi Cgil Sicilia, su YouTube e sul sito web del sindacato.
Introdurrà il segretario dello Spi regionale, Maurizio Calà. A illustrare il lavoro sarà Giovanni Frazzica il sociologo, che ne ha curato la realizzazione. In programma gli interventi di Renato Costa (Cgil medici Sicilia), Pippo Noto (direttore sanitario dell’Asl 1 di Cuneo), Alfio Mannino (Segretario Cgil Sicilia), Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute. Le conclusioni saranno del segretario generale nazionale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti.
Dalla ricerca emergono le criticità del sistema soprattutto per quanto riguarda i tempi di attesa per diagnostica e cure, che nella sanità pubblica, ma anche in quella convenzionata si allungano oltre misura. Si aggiungono i costi alti, ad esempio dei farmaci, in una regione in cui gli anziani costituiscono 1/5 della popolazione, rapporto peraltro destinato ad aumentare, e percepiscono pensioni più basse della media nazionale.
“Di fatto – dice il segretario generale dello Spi Sicilia, Maurizio Calà – la sanità oggi non è più né gratuita né universale”. Oltre a fare il quadro della situazione lo Spi ha anche una serie di proposte per un “sistema sanitario più adeguato alle esigenze della popolazione, a partire dagli anziani”. Queste verranno presentate martedì.