CATANIA – “Fase due”: sono 4 gli esercizi di “compro oro” sanzionati e chiusi provvisoriamente nei giorni scorsi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, tre ad Acireale (CT) ed uno a Riposto (CT), per violazione delle restrizioni imposte dal Decreto del Presidente del Consiglio del 26 aprile scorso. La norma, infatti, prevede la riapertura del commercio all’ingrosso, in questo caso di oro e metalli preziosi, ma proibisce tuttora quello al dettaglio con i privati.
In tutti e quattro i casi, invece, è stata rinvenuta presso i locali dell’attività d’impresa la documentazione obbligatoria attestante gli acquisti di metallo venduto da privati negli ultimi giorni, a conferma che il commercio esercitato, almeno in quei casi, non è avvenuto all’ingrosso. Infatti, l’attività di compro oro, intesa come acquisto di rottami da privati, regolarmente riportata in apposita scheda, è un’attività al dettaglio.
Inoltre, tre degli esercizi commerciali controllati dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Acireale e della Compagnia di Riposto avevano comunicato l’avvio dell’attività di commercio all’ingrosso solo negli ultimi giorni di aprile, ed uno addirittura risulta attualmente inattivo al registro delle imprese.
È da considerarsi attività all’ingrosso riportato sulla propria licenza, o anche in camera di commercio, per esempio, la vendita dei rottami acquistati prima del DPCM da privati e destinati alla fonderia di fiducia.
Le Fiamme Gialle hanno quindi irrogato la sanzione amministrativa pecuniaria, oltre alla chiusura temporanea per 5 giorni lavorativi ai gestori degli esercizi al dettaglio in quanto non espressamente autorizzati all’apertura.
L’attività del Corpo prosegue incessantemente per vigilare sul rispetto delle norme vigenti, che sono poste non soltanto a tutela della salute e della sicurezza della popolazione, ma anche a contrasto dei profitti illeciti derivanti da coloro che si approfittano dello stato di bisogno dei cittadini, spinti in questo periodo più che mai a privarsi dei loro averi per far fronte al sostentamento delle proprie famiglie.