Catania, incontro sindacati-ASP sul "Piano provinciale per la prevenzione dal contagio"

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CATANIA – Tornare al lavoro in sicurezza e in piena attività dovrà essere possibile per tutti, ma per questo è necessario che i sindacati catanesi e l’Asp fissino insieme alcuni contenuti prioritari per un “Piano provinciale per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori”.
Su questo tema  si sono incontrati stamattina con il direttore generale  dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e UGL di Catania, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci. La riunione ha fatto seguito al confronto ufficiale tenutosi ieri tra i sindacati catanesi, il sindaco metropolitano Salvo Pogliese e l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, il quale ha subito colto l’esigenza di avviare una nuova fase di incontri di cui l’incontro odierno fa parte.
Molti e complessi i temi affrontati oggi, legati soprattutto ai profili lavorativi ma anche agli utenti più vari.
Il DPCM del 26 aprile scorso stabilisce ad esempio (articolo 8), le disposizioni specifiche per la disabilità e  prevede che tutte le attività sociali e socio-sanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno o da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità, qualunque sia la loro denominazione, vengano riattivate secondo piani territoriali, adottati dalle Regioni, assicurando attraverso eventuali specifici protocolli, e rispettando le disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori.
Servirà inoltre un protocollo unico per tutti (che sarà contenuto nel Piano territoriale) sulle modalità di accoglienza dei pazienti no Covid 19 in ambulatori medici e reti ospedaliere.
Anche l’articolo 48 del Decreto legge 17.03.2020, n. 18, quello cioè che riguarda la scuola dell’infanzia e asili nido per bambini nella fascia di età  0-6 anni, è centrale rispetto alla redazione del “Piano”, così come quello, non meno impegnativo, sulle Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, e il riferimento è soprattutto alle Prestazioni individuali domiciliari.
 Durante la sospensione dei servizi educativi e  scolastici, e durante la sospensione delle  attività sociosanitarie e socioassistenziali nei centri diurni per  anziani  e per persone con disabilità, le  pubbliche  amministrazioni dovranno fornire, avvalendosi del personale disponibile, già impiegato  in tali  servizi,  dipendente  da  soggetti  privati  che   operano   in convenzione, concessione o appalto, prestazioni in forme  individuali domiciliari  o a distanza, o resi nel rispetto  delle  direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente  i  servizi. Il tutto senza creare aggregazione.
Ultima, ma non per importanza, è la questione che riguarda le visite mediche per l’avvio al lavoro del personale forestale dell’ Azienda regionale, ovvero la necessità di non creare assembramenti o far spostare dai  comuni più distanti per recarsi nell’unico ufficio preposto, bensì la possibilità, attraverso una convenzione con l’ASP, di poter offrire strutture distribuite sul territorio provinciale, dove i medici competenti possono visitare i lavoratori.
“Le prescrizioni governative da trasformare in azioni concrete sono molte e riguardano la vita di tutti noi, sia in veste di cittadini che hanno il diritto di difendersi dal virus, sia in veste di persone che hanno diritto a lavorare. – spiegano i segretari generali – Partecipare con responsabilità alla fase di confronto con l’ASP non significa solo mettere nero su bianco le esigenze dei lavoratori ma anche collaborare insieme affinché si arrivi a soluzioni sostenibili per tutti. La fase 2 è appena iniziata e come sappiamo non coincide purtroppo con la fine del contagio. Al contrario: la scommessa più seria parte adesso e i sindacati possono fare moltissimo. Nessuno vuole contrapporsi per partito preso  ai datori di lavoro e neppure alle regole già definite. È necessario invece lavorare insieme nei territori. E quella di oggi è una prima fase del confronto con l’ASP che continuerà nei prossimi giorni”.
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