Cara Italia, guardiamoci negli occhi: la soluzione è l’ambiente

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di Francesca Mancini, Collettivo Galilei

In questi giorni difficili in cui siamo confinati tra le mura di una casa che sentiamo stretta, che quasi ci soffoca, dovremmo ricordarci che c’è qualcuno che grazie a questo lockdown sta tornando a respirare: il pianeta.

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D’altronde non siamo gli unici ad essere fermi: lo sono anche la nostra auto, il nostro motorino, il nostro shopping e a braccetto le fabbriche che producono i vestiti e i materiali in plastica che ci venivano serviti assieme al pasto dalle grandi multinazionali alimentari come MCdonald’s o KFC.

Insomma, per quanto buio e massacrante possa essere per tutte le popolazioni questo periodo, siamo riusciti a raggiungere quell’obbiettivo per cui milioni e milioni di ragazzi lottavano e gridavano per le strade di venerdì.

Andando a vedere alcuni dati possiamo infatti notare la netta riduzione, per esempio, del biossido di azoto  (anche conosciuto come NO2), che viene emesso per lo più dal traffico dei nostri veicoli e che a Bergamo, dal 2 marzo al 23 marzo, è diminuito di 15,4 µg/m3, mentre a Milano di 22,3 µg/m3.

Questa “rinascita ambientale” è avvenuta in tutto il mondo, anche in quei posti che venivano considerati le zone rosse del rischio ambientale e che sembravano irrecuperabili, come ad esempio l’India, dove l’Aqi (l’Indice della Qualità dell’Aria) era arrivato a quota 480, quando già sopra i 25 viene considerato non sicuro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nonostante questi dati iniziali terrificanti, in questi giorni l’Aqi è sceso regolarmente sotto i venti, e dopo trent’anni gli abitanti di Jalandhar sono tornati a vedere le cime dell’Himalaya dalle loro abitazioni, senza incontrare nuvole nere di gas inquinanti.

Non mi dilungherò ulteriormente annoiandovi con altri dati ma vorrei fare una richiesta al Governo, a nome di tutti quei milioni di ragazzi: non vanifichiamo questi risultati che siamo riusciti ad avere nel giro di un solo mese. Nonostante la mente da sognatrice che mi ritrovo, so benissimo che non potremo stare fermi per sempre e che prima o poi tutto ciò che con noi si è fermato riprenderà, ed è proprio da qui che vorrei partire.

Ora che ci siamo resi conto che ancora c’è speranza, c’è futuro per il nostro bellissimo pianeta, chiedo con tutto l’amore che ho in corpo di cambiare le nostre abitudini e di farle abbracciare con la salute dell’ambiente. Di ripartire, sì, ma migliori: eliminare le sostanze sintetiche nel campo delle industrie tessili e utilizzare solo materiali naturali, così da far utilizzare come materia prima non più gli scavi ma le piante, che oltre ad arricchire di colori le città serviranno anche a vestirci, evitare il più possibile veicoli inquinanti ma utilizzare metro, bici o le nostre gambe, che ci sono state date per un preciso motivo: utilizzarle.

Insomma, cercare di ricostruire la nostra vita sulla base di un economia bio-sostenibile perché,  cara Italia, guardiamoci negli occhi: la soluzione è l’ambiente.

 

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