di Francesca Mancini, studentessa, pallavolista
Un grande uomo un po’ di tempo fa disse: “Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. (Martin Luther King Jr). In questi giorni mi sono trovata a ripensare a queste parole e sono giunta alla conclusione che l’unico modo per salvarci, per vincere queste partita contro un mostro più grande di noi come il Covid-19 sia avere coraggio e pazienza. Così nel mio tanto tempo libero mi sono immaginata questa sfida, che il mondo intero sta lottando, come una grande partita di pallavolo, ma non una partita qualunque… una di quelle in cui il palazzetto si riempie, le grida dei cori diventato un’unica grande voce, il cuore va all’impazzata perché sa di star giocando la partita più importante della propria vita, un mondiale insomma.
Possiamo dire che per adesso lui sia in vantaggio, è vero, ma ricordiamoci che la partita non è fatta di un solo set, anche se l’avversario è più alto, fa più paura e ha tutti i mezzi per portarsi a casa la vittoria. Nessuno sa meglio di noi pallavolisti che se giocata bene, con la testa e il cuore, con il sangue freddo, senza lasciar spazio alle emozioni, beh allora quella partita la si può giocare, portare al tie break e, cosa più importante, la si può vincere.
Perché noi vinceremo, perché lo dobbiamo alle persone che amiamo e che vogliamo tornare a vedere e a riabbracciare, lo dobbiamo a tutte le lacrime che abbiamo versato sul pavimento sporco della nostra palestra e alle bruciature che esso ci ha provocato, lo dobbiamo alla nostra istruzione che non è andata in vacanza perché è il nostro futuro e il futuro non va mai in vacanza, lo dobbiamo a tutti gli obbiettivi che non siamo riusciti a raggiungere ma che riusciremo a realizzare finito questo periodo, lo dobbiamo a noi stesse perché questa non è una di quelle partite che se si lotta va bene perderle, qui non si molla, qui bisogna attaccarsi con le unghie e con i denti alla vita, bisogna lottare con tutti noi stessi.
Nei momenti bui, in cui le tempie pulsano e vorrei solo uscire di casa e iniziare a correre fino a quando le gambe cedono, penso a tutto quello che torneremo a vivere e a come sarà molto più prezioso averlo: la sveglia mattutina che prendiamo puntualmente a pugni, le lezioni e le risate fatte in quella classe piena di polvere e voglia di farcela, le ore passate sui libri con gli amici con l’ansia di prendersi un bell’impreparato all’interrogazione, la palestra, la nostra seconda casa, l’odore di famiglia, il senso di appartenenza, l’odore di cuoio che si libera nelle nostre mani quando palpando tutti i palloni cerchiamo di scegliere il NOSTRO, il rumore del suo rimbalzo a terra sincronizzato con i nostri battiti cardiaci, i rimproveri e le risate con la prof e con la dirigenza, la musica alta in pulmino durante una trasferta, la complicità durante una partita dove le sette diventano una, le corse dopo una vittoria e le risate in spogliatoio ma specialmente tutto l’amore che lega ognuna di noi all’altra.
Vinceremo e torneremo più forti di prima e saremo così seccate all’idea di tutto ciò che c’è stato negato per tutti questi mesi, che vincere non sarà più un opzione, sarà una necessità, un obbligo nei confronti dei nostri cuori.
Torneremo, e abbiate paura di questo perché avremo il fuoco dentro, perché saremo nere e con il sangue agli occhi e saremo assetate di vittoria più che mai. Temeteci perché da quel momento… nessuno potrà più fermarci.