BiscuitWay a servizio delle altre imprese: servizi gratuiti per affrontare l'emergenza

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La tremenda pandemia da Covid-19 che sta colpendo la società sta avendo ripercussioni anche economiche, come più volte abbiamo sottolineato anche attraverso i nostri articoli: tanti i settori coinvolti e moltissime le PMI che avranno davvero difficoltà a ripartire.

Per cercare di dare una mano ai colleghi imprenditori arriva un giovane catanese che con la sua azienda, la BiscuitWay, ha sempre tenuto conto delle esigenze del nostro territorio, anche in termini di digital transformation: un processo che però per le aziende italiane è ancoratroppo lento, troppo superficiale e troppo poco efficace. “Sapevamo – ci dice Sergio Serafini, Founder di BiscuitWay – che le PMI stavano accumulando un gap enorme rispetto ai competitor europei mondiali. Oggi però non è il momento di fare analisi o guardarsi indietro. È il momento di agire per il bene comune e mettersi a disposizione”.

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E questo mettersi a disposizione fa rima, per la BiscuitWay, con gratuità: “l’azienda fornirà, a chi vorrà, siti web, conoscenze digitali e supporto alla comunicazione alle PMI maggiormente in difficoltà (con precedenza ai territori focolaio, agli alluvionati e terremotati). Lo facciamo forse incoscientemente ma con la consapevolezza che oggi è il momento della solidarietà, dell’unione, e della generosità. Le sorti del nostro Paese sono in mano a ognuno di noi”.

Abbiamo intervistato proprio Sergio Serafini che ci spiega meglio questo progetto.

Raccontiamo, innanzitutto, in che settore fai impresa tu e da quanto tempo:

“Mi occupo di digital e startup ormai da quasi 10 anni. Tantissimi i progetti che abbiamo portato avanti, anche con una ricerca tecnologica non banale: tra questi Giftsitter e PayOh nel settore del Digital Payment. Nel corso del tempo è nata, un po’ per caso e un po’ per soddisfare le sempre crescenti richieste, BiscuitWay: una Growth Agency con focus Digital Transformation e Company Building. Per dirla in parole povere aiutiamo le aziende a digitalizzarsi, inserendo questo processo all’interno del flusso produttivo o commerciale. Non solo siti web o app, ma anche strategia di comunicazione, posizionamento del brand e ottimizzazione dei processi interni”.

Come nasce questa nuova idea?

“Nasce sul divano, dopo giorni di sconforto e di stupore per una situazione talmente surreale da sembrare un film. Nasce però dal coraggio, dalla voglia di mettersi a disposizione della comunità, dalla voglia di recitare una piccola quota parte di un processo di rinascita del paese che deve partire da una nuova consapevolezza: la vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci”.

Chi può aiutare?

“Può aiutare tutte le imprese e professionisti in Italia, visto che i dati sulla trasformazione digitale sono drammatici. Oggi molte aziende si sono accorte di essere state poco lungimiranti nell’approccio all’innovazione e rimpiangono di non averlo fatto. Se così non fosse, molti avrebbero potuto continuare a vendere i loro prodotti o erogare i loro servizi. Avrebbero potuto rimanere connessi con i loro clienti o consentire ai dipendenti di continuare a produrre da remoto. Ma così non è stato e se finita questa emergenza si ritornerà a non occuparsi di questo tema, in futuro potrebbe essere sempre peggio”.

Spesso capita di ritrovarsi delle sorprese quando qualcosa ci viene offerta: fughiamo qualsiasi dubbio a tal proposito.

“Ci vuole grande chiarezza in questi casi, non ci vuole niente a passare dall’essere solidali a essere degli sciacalli. Abbiamo deciso di metterci a disposizione della Comunità per dotare GRATUITAMENTE il nostro settore produttivo di alcuni strumenti base: un sito web che funga da pagina vetrina per la propria attività o un’analisi del posizionamento aziendale con proposta di una strategia commerciale e di comunicazione. Ci siamo anche imposti di dare priorità alle aziende presenti nelle zone focolaio, agli ex terremotati e alluvionati. Per soddisfare tutte le richieste che ci arriveranno, non siamo nelle condizioni di soddisfare gratuitamente progetti tecnologici mediamente o altamente tecnologici. Questi dovranno essere rimandati a una seconda fase, ma siamo consapevoli che questo è il momento per porre le fondamenta della digitalizzazione. E’ molto importante un ultimo passaggio: non ci sono vincoli annuali o pluriennali, non ci sono clausole che impongono a quelli che saranno i nostri clienti a rimanere con noi dopo l’omaggio. Quello sennò sarebbe sciacallaggio.

 Chi ha già aderito?

“In pochissimi giorni abbiamo già 26 richieste di aiuto digitale e ci aspettiamo che ne arriveranno molte altre. Le attività sono tra le più disparate: dall’e-commerce che ha bisogno di strategia di comunicazione, alla startup che avrebbe bisogno di un po’ di Growth Hacking, allo studio professionale che avrebbe bisogno di un sito vetrina, all’attività tradizionale che non vorrebbe più gestire gli ordini via Whatsapp. Ci siamo sempre occupati di progetti tecnologici e design a medio/alto budget ma non ci sorprende per nulla che il Paese fosse così arretrato da un punto di vista dell’innovazione, lo sapevamo. E’ il momento di fare la nostra parte”.

 

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