L'idea della Cooperativa Labeform: "Aiuto psicologico gratuito per la quarantena"

- Pubblicità -

SIRACUSA – Una task force telefonica per aiutare a gestire nel modo migliore la quarantena, sopratutto dal punto di vista psicologico. E’ l’iniziativa messa in campo dal Centro Lab.E.Fo.R.M. di Siracusa, cooperativa che dal 2008 opera nel settore giuridico, dei servizi sociali, educativi e riabilitativi rivolti all’infanzia e ai minori. E che in queste ore difficili, con l’Italia e la Sicilia sottoposte a uno stringente coprifuoco, ha deciso di mettere le proprie professionalità al servizio di coppie, genitori e famiglie, in modo del tutto gratuito.

“Con i nostri soci ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa – racconta ai microfoni di Hashtag Sicilia Loris Vasile, pedagogista e presidente del Centro – la quarantena è necessaria per sconfiggere il coronavirus, ma può essere difficile da affrontare, specialmente in alcune circostanze. Penso ai genitori sotto stress, alle prese con figli adolescenti che danno segni di irrequietezza. O alle persone che soffrono di disturbi d’ansia o attacchi di panico, alle quali cerchiamo di spiegare come controllarsi. E ancora alle coppie di ogni età, che rimanendo a stretto contatto ventiquattr’ore su ventiquattro possono entrare in conflitto”.

- Pubblicità -

A tutti loro il Centro offre un aiuto, mettendo a disposizione il proprio team di neuropsichiatri, pedagogisti, psicologi e assistenti sociali, disponibili telefonicamente dal lunedì al venerdì dalle nove del mattino alle otto di sera: “Non si tratta di una psicoterapia, perché mancano i presupposti per realizzarla telefonicamente – sottolinea Vasile – Ma cerchiamo di offrire indicazioni utili a chi ne avesse bisogno. Naturalmente siamo in rete con le Autorità amministrative e sanitarie, per segnalare casi particolari che necessitino di interventi più incisivi. Ma anche con le Forze dell’ordine e i Centri Antiviolenza, visto che questa situazione, purtroppo, può portare a risvolti pericolosi”.

Ma anche per le famiglie “virtuose” gestire questo momento non è facile. “Ci sono dei semplici accorgimenti che possono aiutarci – spiega il pedagogista – Anzitutto evitiamo di stare sempre davanti alla tv, che in questo momento è focalizzata esclusivamente sull’epidemia. Attenzione anche ai social, dove si rincorrono notizie incontrollate sul contagio. Bisogna tenere la mente occupata: chi può faccia del giardinaggio, chi non può ne approfitti per sbrigare quelle faccende domestiche che ha trascurato per anni. E poi occorre coinvolgere i bambini: parlare onestamente di ciò che sta accadendo, ma senza spaventarli. Spiegare che è un periodo transitorio, che a breve passerà”.

E nell’attesa che passi si può trascorrere del tempo in famiglia, giocare tutti insieme, ritornare un po’ bambini. “Si possono usare dei giochi da tavolo, o dei giochi di pura fantasia – suggerisce Vasile – E’ utile per i piccoli, ma anche per gli stessi genitori. Per le coppie il consiglio è di trovare il tempo per stare insieme. Anche a pochi metri molti tendono ad isolarsi, a concentrarsi sul lavoro digitale, a chiudersi nel proprio mondo. Invece bisogna trovare il modo incontrarsi, quando i bambini sono a letto, nelle faccende domestiche, affrontando insieme questa sfida”.

Un aspetto delicato riguarda le coppie separate: “Molti genitori non collocatari stanno chiamando lamentandosi di non vedere più i figli dal 9 marzo – racconta il presidente del Centro – A ciò si deve rimediare, o collegandosi virtualmente oppure anche fisicamente. Non è vero che i Decreti abbiano vietato ogni tipo di spostamento. I genitori non collocatari possono muoversi per andare a prendere il minore nell’abitazione di provenienza e portarlo a casa propria. Per maggiore sicurezza, il genitore può portare con sé il decreto del magistrato che lo autorizza a vedere il bambino nei giorni prestabiliti”.

Tante le situazioni da affrontare, insomma. La maggior parte delle telefonate, per il momento, arriva dal siracusano: “Ma siamo aperti a tutti, dentro e fuori dalla provincia – conclude Vasile – Abbiamo coinvolto tutti i nostri collaboratori, circa una quarantina. Se servisse, potremmo allargare il servizio anche al weekend. Questo è il momento di stare uniti, di recuperare il senso di comunità. E noi vogliamo fare la nostra parte”.

- Pubblicità -