Il Decreto “Cura Italia”, già entrato in vigore e già in Senato per la sua conversione in Legge, in molte sue parti è già operativo. Il Governo, rispetto alle critiche delle forze di opposizione e alle delusioni di professionisti e imprese (in particolare di artigiani, commercianti e operatori turistici che hanno dovuto sospendere l’attività a causa del coronavirus), che non si aspettavano il rinvio, ma la cancellazione di imposte e contributi, ha dichiarato che il provvedimento è migliorabile durante la conversione ed ha annunciato, nel contempo, un nuovo decreto da approvare ad aprile.
Un proponimento che potrà concretizzarsi grazie alle misure annunciate dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen che sono: la massima flessibilità sugli aiuti di stato; lo stop al Patto di Stabilità; la possibilità di utilizzare le risorse assegnate all’Italia e non utilizzate; la possibilità di attingere al MES, il Fondo Salva Stati. Forte quindi di queste possibilità che vengono dall’Europa il Governo con il provvedimento annunciato per aprile deve andare oltre, se vuole evitare un bagno di sangue di piccole imprese e lavoratori. Non basta avere spostato il pagamento dell’Iva di qualche settimana e un bonus di 600 euro, per ripartire occorre assicurare ad artigiani e commercianti liquidità, tagliare seriamente le tasse ed azzerare le lungaggini e i costi della burocrazia.
Ritornando al Decreto “Cura Italia“, occorre dire che allo stato attuale non tutte le tessere del puzzle sono ancora andate al loro posto, ma questo lo scoprirete leggendo il sottostante vademecum.
FISCO
Per quanto riguarda il rinvio delle scadenze fiscali, sono tutte automatiche e non ci sono richieste da fare alla Agenzia delle entrate. Si ricorda però che, ad eccezione delle province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza, il rinvio di ritenute, contributi e Iva riguarda solo le aziende con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro nel 2019.
CASSA INTEGRAZIONE
I datori di lavoro che sono costretti a interrompere l’attività a causa del coronavirus possono presentare domanda di Cassa integrazione ordinaria con specifica causale “Emergenza Covid-19“. Per la Cassa integrazione in deroga invece il trattamento è riconosciuto dalle Regioni previo accordo con le Organizzazioni sindacali, che si può stipulare anche telematicamente.
DIPENDENTI
Ai lavoratori dipendenti sia pubblici che privati che nel mese di marzo continuano a lavorare nella normale sede di lavoro è riconosciuto un premio di 100 euro. Per ottenerlo i soggetti interessati non dovranno fare nulla, la somma verrà loro riconosciuta dal datore di lavoro in busta paga con la retribuzione di aprile. Questa misura dovrebbe interessare quasi 9 milioni di lavoratori.
VOUCHER E CONGEDI
Relativamente a questa tipologia di aiuti non è ancora chiaro come le famiglie potranno fruire dei benefici contemplati nel Decreto approvato dal governo sottoforma di congedi retribuiti, oppure di voucher per il ricorso alle babysitter. Toccherà all’Inps stabilire le modalità: per quanto concerne le babysitter il loro rapporto dovrà passare per i Libretti-famiglia. Per questo tipo di interventi vale la regola delle risorse limitate, vale a dire del possibile rifiuto dell’istanza qualora le risorse apportate non risultassero sufficienti. Questo rischio però viene escluso grazie al cosiddetto meccanismo “dei vasi comunicanti“ che significa che i soldi si possono spostare da un capitolo più capiente a un’altro meno capiente o rimpolpando la misura con il nuovo Decreto.
MORATORIA PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Per aiutare le imprese a superare la fase più difficile della crisi causata dal coronavirus il provvedimento del governo prevede una moratoria straordinaria sui prestiti ottenuti da banche o altri intermediari finanziari. Le linee di credito non potranno essere revocate fino al 30 settembre 2020 e a questa stessa data dovrà essere rinviata la restituzione dei prestiti non rateali che scadono in precedenza. Il pagamento di rate dovrà invece essere riscadenzato previo accordo tra le parti e comunque sospeso fino alla fine di settembre 2020. La richiesta va fatta alla banca o all’intermediario finanziario.
BONUS AUTONOMI
Vale per i lavoratori autonomi, vale a dire artigiani, commercianti, professionisti e collaboratori iscritti alla gestione separata, stagionali del turismo, lavoratori agricoli a tempo determinato, coltivatori diretti, coloni mezzadri. In queste ore si sta valutando la possibilità di far rientrare tra i beneficiari anche i balneari. Riceveranno un bonus da 600 euro per ora relativo al mese di marzo, ma estendibile ai prossimi mesi in caso di necessità. La domanda va presentata all’Inps che provvederà a monitorare il raggiungimento dei limiti di spesa. Il rischio, paventato da più parti, che le risorse non siano sufficienti a soddisfare tutte le istanze viene escluso dal Governo categoricamente, così come lo stesso Governo per bocca del ministro dell’Economia Gualtieri esclude il ricorso al “famigerato” click day che qualcuno aveva prospettato. A questo proposito la stessa Inps ha dichiarato che per ottenere il bonus basterà compilare una semplice domanda sul sito ufficiale (www.inps.it). L’apposito modulo sarà disponibile entro il mese di marzo. Si ha diritto al bonus a condizione di non essere titolare di una pensione e di non percepire il reddito di cittadinanza.
PROFESSIONISTI
Per quanto riguarda il sostegno previsto a favore dei professionisti iscritti alle Casse previdenziali private, nonché per altri eventuali lavoratori non inclusi nei benefici, si attingerà al cosiddetto “Fondo di ultima istanza“ dotato – al momento – di 300 milioni di euro. Le modalità di utilizzo dovranno essere stabilite entro 30 giorni con un apposito Decreto del Ministero del Lavoro. Tra le possibilità di cui si discute in queste ore c’è quella che siano le stesse Casse previdenziali private ad erogare il sostegno ai propri iscritti, oppure potrebbe essere lo Stato ad assumersi direttamente il compito.