Cna Siracusa, le considerazioni sul Decreto Legge "Cura Italia"

CNA Siracusa
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SIRACUSA – “È una terapia leggera che, se non verrà accompagnata da interventi corposi e mirati, rischia di non sortire alcun effetto benefico rispetto al dilaniato tessuto economico”.

Sulla linea di quanto già espresso dai vertici di CNA Sicilia anche la CNA territoriale di Siracusa bolla così il Decreto “CuraItalia” emanato dal Consiglio dei ministri, contenente le misure a sostegno di famiglie, lavoratori ed imprese per contrastare gli effetti dell’emergenza coronavirus.

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“Siamo consapevoli della enorme difficoltà di dover affrontare contestualmente una emergenza sanitaria ed una economica – afferma Innocenzo Russo, presidente di CNA Siracusa – ma i contenuti del decreto non danno ragione e sostegno reale ad un mondo di micro e piccoli imprenditori che rischia concretamente di non superare questo periodo difficilissimo. In queste condizioni la ripresa sarà complicatissima e rimane fortemente a rischio la tenuta sociale di tutto il paese ed in particolare del nostro territorio. Queste sarebbero state le settimane della vera ripresa in condizioni di normalità – continua Russo – per una provincia molto legata alla stagionalità turistica compresi eventi e programmazioni inevitabilmente compromesse. In questo contesto registriamo l’enorme disagio di operatori con impegni economici rilevanti, con fornitori, affittuari, enti locali e tanto altro. La chiusura forzata di alcuni settori e quella inevitabile di altri ha generato uno scenario apocalittico nel segmento degli autonomi e della microimpresa del nostro territorio”.

“Già da diversi giorni, nel territorio, venivano registrate riduzioni di fatturato medio superiori al 65% – prosegue il Presidente di CNA Siracusa – oggi di fatto si è fermato tutto e non solo per le imprese soggette a chiusura per decreto ma per tutti i settori economici. Un motivo per cui oggi più di prima servono scelte coraggiose, serve una presenza fortissima dello stato. Occorre alzare l’asticella in favore degli autonomi allineandoli ai valori di cassa integrazione, occorre allungare la previsione di sospensione dei tributi per l’intero anno comprendendo che le imprese non ripartiranno con velocità e non si può pensare che le stesse imprese, con particolare riferimento alle piccole, si possano fare carico in maniera così imponente degli adempimenti e degli oneri inevitabili con questa impostazione. Le stesse previsioni di ammortizzatori sociali temiamo seriamente che determinino tempi di reazione lunghi e con coperture non sufficienti”.

“Non può e non deve sfuggire che le imprese hanno innumerevoli pendenze di prossima scadenza – spiega ancora Russo – e per questo motivo è necessaria una poderosa immissione di liquidità. Serve farlo anche a livello regionale sbloccando l’intervento della CRIAS per gli artigiani e di Irfis e Ircac, spingendo per deroghe necessarie in questo momento straordinario. Occorre attingere al più presto ai fondi europei utilizzabili a questo fine senza perdere tempo e dando un riscontro immediato agli operatori”.

“Questo Decreto, in sintesi – conclude Innocenzo Russo – non può essere la soluzione alle contingenze immediate e per questo motivo sollecitiamo un intervento più forte e rapido a sostegno del territorio che produce”.

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