CATANIA – La Cgil di Catania chiede alle istituzioni territoriali, dal Comune alla Protezione civile, un presidio sanitario permanente per il monitoraggio della condizione di salute dei senza tetto, la predisposizione di strutture ove far trascorrere il periodo di quarantena se reso necessario dalle condizioni di salute e di un banco alimentare per garantire la fruizione di almeno un pasto giornaliero oltre alla necessaria sanificazione degli esigui bagni pubblici di cui la città è oggi provvista.
La richiesta parte dal sindacato catanese per bocca di Dario Gulisano, responsabile delle Politiche abitative e del disagio abitativo, che non manca di sottolineare altri aspetti prioritari relativi alla sicurezza sanitaria degli “ultimi”‘in queste giornate decisive per la lotta al Coronavirus.
“Le disposizioni inserite nei decreti relative alle limitazioni delle attività svolte al di fuori dell’ambito domestico, non possono esser nei fatti osservate da chi è costretto a vivere per strada ritrovandosi dunque nell’impossibilità dell’attenersi puntualmente alle norme previste per scongiurare il contagio, così come le campagne incentrate sulla cura dell’igiene personale risultano esser effimere a causa dell’esiguo numero di bagni pubblici presenti nelle città italiane”.
Per la Cgil, dunque, l’allarme coronavirus ha acuito ancor più “le differenze sociali all’interno delle nostre comunità e le forti contraddizioni che ne derivano”, e lo stop forzato dei servizi di solidarietà tendenti a garantire i pasti e un presidio medico per i senza tetto svolti da pezzi importanti del terzo settore cittadino, come il Centro Astalli e la Caritas, e la chiusura di alcuni dormitori come quello gestito dai gesuiti, hanno lasciato le persone più deboli, ancor più scoperte da ogni forma di tutela.
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