Il Coronavirus visto dagli studenti: “queste vacanze forzate hanno un sapore amaro”

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Parole su parole, giudizi, teorie scientifiche, politiche ed economiche. E poi numeri che si assommano ad altri numeri: contagiati, morti, guariti. Il Coronavirus è ormai l’argomento top dell’agenda setting che catalizza l’attenzione e che mette tutti gli altri argomenti in secondo piano. E tutti siamo diventati “esperti”, tuttologi, al di là di quelle che sono le nostre professioni. Ci sono medici, economisti, giuristi, sociologi: ognuno, giustamente, ne analizza i vari aspetti. Per poi confrontarci tutti insieme. Ma proprio mentre mi trovavo a riflettere ho pensato: ma l’opinione dei giovani l’abbiamo ascoltata? Forse poco, credendo che in questo momento siano contenti perché c’è vacanza. Gli adolescenti, in realtà, possono stupirci perché sanno andare oltre allo stato superficiale delle cose. E così, in questo primi giorni di vacanza, avendo la fortuna di insegnare loro comunicazione e giornalismo presso il liceo Don Bosco, ho chiesto di scrivere le loro opinioni. Le affido a voi, cari lettori, anticipandovi che ci faranno riflettere.

Di seguito i vari scritti

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Di Enrico Cassar Scalia

Per la prima volta la chiusura delle scuole ha un sapore amaro, non c’è gioia per questa “vacanza” forzata, dobbiamo ascoltare e comportarci responsabilmente come ci viene consigliato dalle autorità sanitarie, politiche e dai mezzi di comunicazione.
I comportamenti personali saranno di molto aiuto nella lotta contro il virus e tutti dobbiamo sentirci coinvolti e partecipi, ognuno si comporti con giudizio perché il nostro Paese in questo momento sta soffrendo, è in grande crisi in ogni settore: turismo, commercio, industria, sanità; insieme dobbiamo cambiare le nostre abitudini per limitare la diffusione del nostro nemico.
Dal punto di vista sanitario è fondamentale rispettare la distanza tra le persone, niente baci né abbracci, né strette di mano; sospesa ogni manifestazione sportiva; chiusi i luoghi di aggregazione come cinema e teatro.
L’Italia con queste misure lancia un giusto appello, cerchiamo di essere uniti, insieme ce la faremo e capovolgeremo questa difficoltà per scoprire nuovi valori: la solidarietà, l’amicizia, lo spirito di sacrificio, l’impegno di molti e il virus sarà solo un brutto ricordo.

 

Di Carlo Alberto Pulvirenti 

In questi giorni in Italia e non, si sta parlando solo del Coronavirus. Tra gente tranquilla e gente che non esce più di casa, il panico ha preso il sopravvento facendo ingigantire il problema non da sottovalutare ma da comprendere nella maniera corretta. Il mio parere è che non vi sia tutto questo allarme per la gravità della malattia stessa, ma per la grande crisi economica che l’Italia sta subendo. Infatti il tasso di mortalità è molto basso ma la vitalità è abbastanza alta e penso che l’Italia a un numero troppo grande di contagiati non saprebbe rispondere. Inoltre in questi giorni stanno chiudendo scuole, uffici, manifestazioni ecc. Penso che da un lato sia giusto per contenere il virus e non farlo contrarre a persone che magari entrerebbero in contatto con anziani o con persone che soffrono già di alcune patologie, ma per altri versi e mi riferisco alla scuola è corretto sospendere le lezioni ma è anche giusto seguire gli studenti online, grazie a internet che lo permette e assegnare compiti. Personalmente spero che questa situazione finisca presto perché preferisco andare a scuola e svolgere le mie attività normalmente e in maniera più efficiente rispetto a fare lezioni a casa.

 

Di Sara Nicosia 

Personalmente credo che non era necessario eseguire la chiusura delle scuole, perché i casi accertati in Sicilia non erano eccessivamente allarmanti, come in altre zone del mondo. Ritengo fondamentale effettuare la didattica in piattaforma online, al fine di continuare il programma scolastico già prefissato.

 

Di Pietro Oberto

La decisione tanto attesa e forse tanto temuta è arrivata. Nel pomeriggio di giorno 4, nel corso di una conferenza stampa il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, insieme al ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha comunicato la sospensione delle attività didattiche nelle scuole e negli atenei.

L’emergenza coronavirus oggi nella storia d’Italia con le misure annunciate dal governo: mai prima d’ora, neppure durante la Seconda guerra mondiale, sono state sospese su tutto il territorio nazionale le lezioni nelle scuole e nelle università.

Già da giorni si susseguivano richieste da più parti per la sospensione delle lezioni in tutta Italia, e non solo nelle zone rosse, al fine di contenere il più possibile la diffusione di questo virus che ci ha trovati impreparati e con pochi mezzi in mano per poterlo affrontare. E adesso, l’ufficialità della notizia, ci fa prendere coscienza del momento difficile che il nostro Paese, e non solo, si trova ad affrontare.

Le interviste a esperti e i dati ufficiali sulla diffusione del Covid-19, questo il nome scientifico del Coronavirus, riempiono i palinsesti televisivi e sono ormai note a tutti le norme igienico-sanitarie alle quali dovremmo attenerci per evitare il contagio, non si parla d’altro.

Per noi alunni sarà certamente un periodo strano; sono certo che ciascuno di noi ha accolto la notizia con entusiasmo; chi non lo farebbe dinanzi a giorni di vacanza! Ma, quello che ci circonda è ben lontano dalla serenità che caratterizza le tanto desiderate vacanze. E’ come se ciascuno di noi dovesse mettere la propria vita in stand-by per qualche settimana. Niente cinema, teatri, feste, sport e, in generale, manifestazioni che prevedano assembramento; distanze di sicurezza da tenere, strette di mano da evitare.

Per la prima volta stamattina mi sono trovato ad attendere, da casa, l’arrivo dei compiti da eseguire negli orari corrispondenti a quelli scolastici, ma … si, c’è un ma, grande almeno quanto la confusione che ci circonda in questi giorni. Dove sono i miei compagni? Dov’è la confusione, il caos del cambio dell’ora? Dov’è il pallone per giocare in cortile? E i professori, con le loro battute, con i loro rimproveri, le spiegazioni delle lezioni, dove sono?

Certamente le nuove tecnologie ci rendono la vita più facile, certamente in questi giorni riceveremo slide, messaggi vocali, powerpoint su cui studiare, ma la scuola, andare a scuola, è tutta un’altra cosa.

 

Di Carla Caruso 

Da qualche settimana in Italia è scattata l’emergenza “CoronaVirus” di provenienza asiatica, un virus particolare dalla forma a corona, che provoca sindromi respiratorie anche molto gravi.
Il virus ha viaggiato velocemente tra i diversi continenti, dall’Asia all’Europa e ora fino agli USA: ciò ha preoccupato e preoccupa gli scienziati che consigliano di adottare, su scala mondiale, misure preventive create per contenere l’ulteriore diffusione.
I dati, aggiornati costantemente, preoccupano sia gli addetti ai lavori come medici, infermieri e personale ausiliario che la popolazione intera, affetta da “Corona Psicosi” motivo per cui nelle scorse settimane i supermercati sono stati letteralmente “svuotati”. Diffusione, psicosi e aumento dei contagiati hanno condotto il Presidente del Consiglio Conte in collaborazione con il Ministro all’istruzione Azzolina, sentito il parere tecnico, all’elaborazione di un decreto (04/03/20) che prevede la chiusura o la sospensione delle attività didattiche di ogni scuola, pubblica e privata, nonché di tutti gli Atenei, di cinema e teatri, in tutta Italia in via precauzionale.
Le misure, per quanto all’apparenza drastiche e discutibili, sono state adottate per garantire un’adeguata e completa assistenza sanitaria al fine di evitare il “tracollo sanitario”.
Tuttavia, la chiusura in via precauzionale di tutti gli ambienti a stretto contatto con il pubblico quali scuole, cinema e teatri per garantire il contenimento della diffusione, al contempo non garantisce l’assistenza a quanti, invece, si recano regolarmente a lavoro. Il governo nelle prossime ore penserà a delle strategie operative affinché si garantisca anche a distanza la formazione degli alunni e anche l’assistenza alle famiglie e ciò metterà in luce ancora una volta le evidenti differenze e fragilità regionali, con un Sud sempre indietro rispetto al Nord.
L’augurio é che dalla criticità si possano trovare delle soluzioni utili senza discriminazioni territoriali.

 

Di Sofia Lo Sciuto

Il premier Giuseppe Conte, insieme al ministro Azzolina, ha emanato il decreto legge secondo cui le attività scolastiche, le scuole, gli atenei e tutte le varie attività che riguardano la vita sociale, devono restare chiuse fino al 15 Marzo. Ma cosa comporta questo?

Ovviamente molti studenti (me compresa) sono felici di questo periodo di “vacanza” ma questo comporta anche molti svantaggi. Oltre alle scuole e agli atenei rimangono chiusi i cinema, i teatri e la maggior parte dei luoghi ricreativi dove di solito si riuniscono gli adolescenti che, resteranno a casa per più tempo rispetto al normale. Si pensi invece ai genitori aventi figli più piccoli che, dovendo andare a lavorare non sanno dove lasciare i propri figli avendo così difficoltà.

Personalmente penso che questa sia un emergenza seria che, per quanto questo virus non colpisca i giovani, li riguarda poiché chi non ha parenti più anziani? Inoltre tutti gli studenti potrebbero dover recuperare i giorni perduti a giugno. Nonostante ciò può demoralizzare gli studenti per ovvie ragioni, è stata una decisione giusta e cosciente poiché questo virus si sta diffondendo sempre più velocemente e bisogna fermarlo al più presto. Quindi chiudere i luoghi che sono di solito affollati è stata una decisione consapevole e saggia anche se comporta molte rinunce e sacrifici.

 

Di Maria Flores Panvini

Se non fosse per il fatto che io sono una brava allieva, amante della scuola, nonché dei professori e di tutte le materie che con grande passione studio, direi grazie davvero alla poca chiarezza dei nostri politici che stanno facendo tutto il possibile per diffondere il panico, già alimentato follemente dai mezzi di comunicazione, per questo “benedettissimo” corona virus. Devo subito dire che la scuola già inizia a mancarmi e che la sua chiusura mi sembra una scelta del tutto inutile ed assolutamente dannosa. Dovrebbero anche chiudere le metro, impedire la circolazione degli autobus per arrivare fino a escludere qualsiasi forma di socializzazione per evitare il contagio del virus. Scelta, quella delle varie chiusure, che appare essere contro la diffusione del sapere. Dovrebbero pertanto, spiegare, che una cosa è il coronavirus, altra cosa è, invece, la cultura.

 

Di Vasilka Virzì

L’arrivo di questo virus ha portato solamente panico generale e coloro che stanno al potere hanno dovuto provvedere a questo stato di estrema necessità attraverso misure di estrema urgenza mediante misure straordinarie come la chiusura delle scuole, teatri e cinema. Secondo me tutte le persone della politica hanno fatto capire che questo virus é pericoloso e che ovviamente ci si deve cautelare e proteggere lavandoci le mani spesso, non dando la mano all’altra persona; però non hanno detto che è una semplice influenza come tante altre e che non bisogna allarmarsi così tanto.

 

Di Francesco Mazzullo 

Secondo me il Presidente del Consiglio e i rappresentanti dello stato italiano hanno fatto la cosa giusta, non tanto per la chiusura delle scuole ma più che altro per evitare un’espansione del contagio all’interno della nostra nazione.

Ovviamente ci sarà comunque un’espansione del virus, ma stavolta sarà più contenuta, perché la gran parte degli italiani è chiusa in casa a causa del terrore provocato dal contagio.

Ma se ciò non bastasse, come reagirebbe lo stato italiano?

Secondo me si passerebbe alla seconda fase (o fase 2), ossia mettere in quarantena le relative regioni dove ci sono maggiori casi di infetti e/o morti, riducendo così i nuovi casi di contagio.

 

Di Federico Condorelli 

Io credo che questo decreto sia corretto perché lo scopo è isolare il virus e per farlo i contatti tra personale devono essere limitatissimi. Di sicuro questo decreto non fermerà il virus ma probabilmente qualche effetto positivo ci sarà. Se ciò non avverrà, a mio parere potrebbe esserci un altro decreto per cui la chiusura delle scuole e delle attività lavorative e ludiche potrebbero continuare per molto tempo. Questo però non sarebbe affatto positivo, poiché molti lavoratori e molti studenti avrebbero grandi problemi sia con le loro attività sia con lo studio. Inoltre non c’è neanche la possibilità di fare molti sport, poiché nello sport i contatti con le persone sono troppo frequenti e troppo decisi. Infatti per me è giusto che non vengano svolte partite anche importanti come ad esempio Juventus-Inter perché i contagi potrebbero aumentare a dismisura perché un evento come quello porterebbe oltre 100.000 persone in un unico luogo.

 

Di Gaia Ausilia Sella 

In una prima fase pensavo che i media stavano esagerando con la spettacolarizzazione della notizia. Alla luce di quello che sta succedendo negli ultimi giorni e considerando la facilità con cui si propaga il virus penso che abbiano fatto bene a “bloccare il mondo”. L’unico modo per frenare l’epidemia è quello di evitare che le persone si contagino a vicenda attraverso azioni preventive limitando grandi assembramenti di persone.

Alla data del 5 marzo il Italia c’erano 3.098 casi infetti. Tra questi 107 erano le vittime, 276 i casi guariti. Ma i casi crescono a ritmo esponenziale.

Penso anche che in situazioni come queste dobbiamo solo fidarci degli esperti ed evitare di dare giudizi affrettati da persone incompetenti. Nel mio piccolo dico che è possibile che ci siano molti casi rispetto a quelli dichiarati in quanto molte persone avranno addosso il virus senza saperlo. Ritengo giusta la sospensione delle attività didattiche e gli assembramenti nei luoghi pubblici a partite dagli scuole e dagli stadi. Nei momento difficile le nazioni si devono unire ed evitare di strumentalizzare i problemi.

 

Di Lorenza Santangelo

Visto che le vie di infezione e la capacita del virus di essere trasmesso da persona a persona è molto alta, secondo me per poter arginare la trasmissione del virus si dovrebbe effettuare una chiusura globale di tutti i luoghi pubblici, effettuare il tampone faringeo a tutti i casi sospetti e isolare sia i malati che i portatori sani, sorvegliando l’andamento della malattia. Solo dopo aver avuto la certezza di guarigione i malati dovrebbero essere tolti dalla quarantena. Questo per poter superare l’emergenza coronavirus.

 

Di Arturo Pesto

Sul coronavirus 2019-nCoV, stanno girando numerosissime informazioni, molte delle quali inesatte o completamente sbagliate.
Per esempio nei giorni scorsi è circolata molto in Italia la notizia che il coronavirus sarebbe stato creato in un laboratorio segreto dal governo cinese. In effetti a Wuhan, la città cinese considerata il focolaio del virus, c’è un centro di ricerca su virus e batteri col massimo livello di sicurezza, ma il legame tra questo laboratorio e la diffusione del virus rimane finora del tutto infondato.
Un’altra storia che si è diffusa sul web a proposito del coronavirus è che il vaccino per questo virus esistesse già e che il suo propagarsi fosse una macchinazione delle grandi industrie farmaceutiche per vendere appunto il vaccino. Anche questa notizia è falsa: ad oggi non esiste ancora alcun vaccino per il coronavirus.
Un’altra bufala affermava che fosse pericoloso andare a mangiare nei ristoranti cinesi, un’altra notizia del tutto falsa in quanto molti dei cinesi con residenza vivono nel nostro paese da anni o addirittura ci sono nati.
Credo quindi che il governo non sia preoccupato della pericolosità, ma dell’impatto che potrebbe avere sull’economia nazionale e globale.
La chiusura delle scuole da in tutta Italia potrebbe essere considerata una scelta drastica da molte famiglie che non sanno a chi affidare i propri figli e potrebbero avere difficoltà nella gestione della casa e del lavoro. Allo stesso tempo molti genitori potrebbero sentirsi più tranquilli con le scuole chiuse dal momento che la misura serve a contenere il più possibile il dilagare dei contagi da coronavirus.
Concludo dicendo che secondo me la situazione dovrebbe essere presa più alla leggera e con più calma in quanto (mi dispiace dirlo per le vittime) non è nulla di così tanto grave da poter allarmare il mondo intero.

Di Carola Santangelo

Il confronto, con altri coetanei.

Scrive Giorgia: “Mi sembra inutile chiudere le scuole se poi gli altri luoghi pubblici sono aperti. Anche perché non si tratta di un’epidemia globale, ma di una semplice influenza ed è inutile fare allarmismo anche perché fino ad ora sono morte solo persone con complicazioni date da malattie già preesistenti. Basterebbe semplicemente seguire le misure precauzionali”.

Altri ragazzi hanno espresso lo stesso parere di Giorgia.

Infatti facendo un sondaggio il 60% dei ragazzi non è d’accordo sulla parziale chiusura dei luoghi pubblici. Il restante 40% hanno espresso opinioni tutte discordanti: per esempio che era inutile la chiusura delle scuole perché i giovani non sono a rischio di infezione perché godono di buona salute, altri sostengono che la chiusura delle scuole può contribuire ad una propagazione più lenta del virus.

A mio avviso per tentare di arginare quest’infezione si dovrebbero chiudere tutti i luoghi pubblici in modo da evitare il propagarsi dell’infezione da Coronavirus. Isolare tutti i malati ma anche i casi sospetti, estendere tampone faringeo in tutti i casi di febbre e sindrome influenzale. 

 

Di Andrea Gullotta

Secondo me il quanto legato al coronavirus è un avvenimento molto importante che nell’ultimo periodo si è diffuso in tutto il mondo. La crisi che l’intero pianeta sta vivendo è dovuto soprattutto alla disinformazione e all’ignoranza.

In realtà il COVID-19 non è poi così pericoloso: l’influenza comune ha fatto più vittime, ma soprattutto è pericoloso per gli anziani e per le persone che sono affette da altre patologie (tumori, scompensi cardiaci e respiratori ecc.). Personalmente ritengo giusta la chiusura delle scuole per evitare che il virus si propaghi, ma soprattutto cindivido a pieno l’idea di un’igiene maggiore e l’idea di non avere rapporti da vicino con gli altri e non stringersi le mani. La chiusura dei teatri e dei cinema è anche buona, perché si sta facendo di tutto per prevenire i contagi, anche se si potrebbero aprire tra qualche settimana, ma adottando delle misure specifiche come l’uso della mascherina e lavarsi le mani sempre, evitando di metterle in bocca, nel naso ed evitare anche di toccarsi gli occhi. 

Di Maria Stella Gennaro 

Tutto ciò comunica a noi cittadini che la situazione attuale è abbastanza grave e ora che tutti gli studenti, compresi noi adolescenti, sono costretti nelle proprie abitazioni, è naturale che anche tra noi giovani ci si cominci a porre qualche domanda riguardo questa epidemia e della sua attuale pericolosità. Personalmente escludo che ci sia alcun pericolo di un’apocalisse o in generale che si possa perdere il controllo della malattia e, anche se così accadesse, penso che il nostro organismo imparerebbe a proteggersi dal virus come ha fatto per tutte le malattie ormai note come l’influenza. Non riesco a capire il perché molte persone assaltino i supermercati come se stesse arrivando la fine del mondo, perché, come già detto, non vedo la diffusione del coronavirus una potenziale minaccia per la specie umana. Per quanto riguarda la temporanea chiusura di molti luoghi pubblici non posso che essere d’accordo con il governo per aver preso questa decisione. Penso infatti che per debellare il virus sia indispensabile contenerlo e non basta mettere in quarantena coloro che ne mostrano i sintomi, poiché sarebbe a dir poco impossibile controllare ogni singolo cittadino. Considerando anche il fatto che esistono i portatori sani del virus e i segni che manifesta sulla salute sono molto simili se non identici a quelli di una comune influenza, è chiaro che per limitare i contagi la cosa migliore da fare sia far vigere la quarantena ovunque e così mantenere tutti i cittadini sotto controllo in una sola manovra governativa. Altro dilemma che ci viene proposto riguarda la possibilità di essere contagiati e morire a causa di questo virus. Ci sono opinioni contrastanti al riguardo, che vanno da chi pensa di perire da un momento all’altro, a chi invece vive la propria vita come ha sempre fatto e, in alcuni casi, crede addirittura che tutto questo sia solo una grandissima bugia che il governo ci vuole dare per vera. Tra gli adolescenti, secondo la mia esperienza, generalmente non ci si preoccupa più di tanto e l’attenzione è concentrata più sugli effetti concreti che questa epidemia causa sulle nostre vite che su una ipotetica possibilità che il virus possa colpire noi stessi o delle persone a noi care e addirittura risultare letale. Io penso che questo comportamento sia da una parte corretto, poiché farsi prendere dal panico è a mio parere inutile e in certi casi anche deleterio, ma dall’altra credo che un po’ di sana preoccupazione non faccia male, poiché aiuta ad essere più prudenti e a limitare le possibilità di contagio.

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