Spettacoli, al Piccolo Teatro della Città va in scena "Ziq è sulla spiaggia"

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CATANIA – La libertà di un ragazzo che ha sfidato la morte per cercare una nuova vita e che si ritrova a lottare contro una spiaggia di indifferenza. Sabato 8 (ore 21) e domenica 9 febbraio (ore 18) arriva al Piccolo Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, nell’ambito del percorso “54esima stagione”, la delicata e commovente produzione della Compagnia Godot di Ragusa Ziq è sulla spiaggia.

La pièce scritta dall’autrice catanese Lina Maria Ugolini è diretta da Vittorio Bonaccorso (che cura anche le scelte musicali e la scena) e vanta i costumi di Federica Bisegna e le raffinate ballate del maestro Pietro Cavalieri.

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A dar volto e corpo ai compagni di un sogno verso la libertà saranno gli attori Giuseppe Arezzi, Federica Bisegna, Vittorio Bonaccorso e il piccolo Marco Cappuzzello.

«Ziq è sulla spiaggia – spiega l’autrice Lina Maria Ugolini – . È questa l’unica certezza consegnata alla scena. È un ragazzo siriano che porta ombrelli da pioggia sotto il sole, cerca di venderli alla gente nella vacanza di un’ estate italiana. Aziq parla da solo, parla con Ziq… per farsi compagnia. Si muove in uno spazio segnato da incontri all’apparenza voluti dal caso, evocati con parole che formano immagini. Ritorna a volte con la mente al passato, un passato felice e di pace trascorso tra i campi, quando aveva ancora una famiglia, una madre e un padre speciale: Isar, il Grande Inventore che gli diceva: «osserva figlio mio, osserva in libertà per conoscere il mondo che potrai inventare».

Un testo forte, drammatico che sceglie la metafora e la poesia come lenti d’ingrandimento collettive su un tema purtroppo ancora troppo attuale.

«Per milioni di ragazzi nel mondo – dice Vittorio Bonaccorso – essere liberi significa poter semplicemente giocare spensierati, senza dover pensare a procurarsi il cibo o a scappare dalla violenza della guerra. Per migliaia di loro, la cui disperazione costringe ad intraprendere un viaggio terribile, le cose si capovolgono: in mezzo ad un deserto d’acqua, al contrario, si agogna la sabbia ma di un altro tipo, quella delle nostre spiagge, da dove magari intraprendere una nuova vita e sperare nel futuro».

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