CATANIA – “Speravamo che andasse bene, ma anche noi siamo rimasti sorpresi. Il teatro era strapieno, c’erano più di quattrocento persone”. E’ ancora emozionato Giovanni Salamone, trent’anni, educatore della Cooperativa “Marianella Garçia”, il giorno dopo lo spettacolo su Don Bosco portato in scena all’auditorium della Parrocchia “San Luigi Gonzaga” di viale Mario Rapisardi. Un musical dedicato al Santo dei giovani, interpretato da ragazzi stranieri ospiti della cooperativa insieme ai giovani di San Giorgio, in particolare della Parrocchia “B. M. V. del Carmelo e S. M. Goretti” e del gruppo teatrale della “Milizia dell’Immacolata”.
Giovanni racconta ai microfoni di Hashtag Sicilia quest’esperienza. “Lo spettacolo rappresenta la conclusione del laboratorio teatrale del progetto F.A.M.I. [Fondo nazionale Asilo, Migrazione e Integrazione, ndr ] – dice – Il progetto è stato dedicato ai minori stranieri non accompagnati nel catanese, in particolare agli ospiti della cooperativa ‘Marianella Garçia’ a San Giorgio, con l’obbiettivo di farli integrare con la comunità del quartiere. Dal febbraio dello scorso anno abbiamo portato avanti due moduli teatrali: il primo si è concluso a giugno con la realizzazione di una commedia, mentre il secondo è stato completato sabato con un musical su Don Bosco“.
Una scelta non casuale, quella di dedicare lo spettacolo al Santo dei ragazzi. “Lo abbiamo deciso partendo da una considerazione – spiega Giovanni – Don Bosco è l’educatore per eccellenza, un sacerdote che amava i giovani e sapeva unirli, coinvolgerli, appassionarli. E proprio questo era l’obbiettivo del nostro progetto, quindi quale figura migliore della sua? Alla rappresentazione hanno partecipato una trentina di persone, tra ragazzi stranieri, ragazzi di San Giorgio e adulti. E questo ha portato alla creazione di legami di affetto e di amicizia, insomma ha rafforzato l’integrazione come ci proponevamo”.
Un risultato favorito anche dal particolare genere scelto per la rappresentazione. “Da sette anni mi sono avventurato nel teatro – racconta ancora Giovanni, che è anche responsabile del gruppo teatrale della ‘Milizia dell’Immacolata’ di San Giorgio – tra i vari generi con i quali mi sono confrontato, il musical è tra quelli che mi hanno interessato maggiormente. Nello specifico di questo progetto, la componente musicale è stata fondamentale perché ci ha aiutato a superare le distanze linguistiche tra i ragazzi. La musica è un linguaggio universale e ha permesso a tutti di cantare e divertirsi, di partecipare e collaborare alla buona riuscita dello spettacolo”.
E a proposito dello spettacolo, oltre a coordinare i ragazzi e organizzare la piéce Giovanni ha rivestito anche il ruolo di protagonista. “Io ho rappresentato Don Bosco, ed è stato un onore confrontarmi con quello che è un punto di riferimento della mia vita – spiega, senza nascondere l’emozione – Anche io nel mio piccolo sono un educatore, e impersonare l’educatore per eccellenza è stato molto stimolante. Ma sopratutto è stato bello vedere la felicità sul viso dei ragazzi. Questo ci ha ripagato di tutte le fatiche, e ci ha ricordato che la magia del teatro è la sua capacità di creare legami, unire le persone accorciando le distanze”.
Certo, nemmeno questa magia può far dimenticare il momento difficile vissuto da tante cooperative operanti nel catanese. “Come si sa viviamo un periodo buio – ammette Giovanni – ma nonostante ciò cerchiamo di tenere la schiena dritta e la testa alta. Questo per noi non è soltanto un lavoro, è una vera e propria missione. Cerchiamo di dare ai nostri utenti il massimo dell’impegno, lasciando a casa amarezze, frustrazioni, stipendi in arretrato. Le cooperative come la nostra spesso rappresentano un presidio in quartieri difficili. Strappano i ragazzi alla strada, alla dispersione scolastica, alla delinquenza. Perciò si tratta di un patrimonio da salvaguardare”.
Anche per continuare vivere emozioni come quella di sabato, con il teatro strapieno e i ragazzi felici, senza distinzioni di nazionalità e provenienza sociale. “Ringrazio la cooperativa ‘Marianella Garçia’ che mi ha affidato questo compito – conclude Giovanni – e tutti coloro che sono venuti a vederci e sostenerci, da San Giorgio e dalle zone limitrofe. Si è creata una rete, e questa era la nostra intenzione. Con i ragazzi, per i ragazzi, sempre”.