La Turchia è un Paese situato in parte in Asia e in parte in Europa. Il suo territorio comprende l’estrema parte orientale della Tracia e la penisola dell’Anatolia, circondata a sud dal Mar Mediterraneo, ad ovest dal Mar Egeo, a nord-ovest dal Mare di Marmara e a nord dal Mar Nero. Ha una popolazione pari a 82.319.724 abitanti, una superficie di 785.350 Kmq, un PIL pro-capite di 10.512 dollari. Confina a nord-ovest con Grecia e Bulgaria, a nord-est con la Georgia, ad est con l’Armenia, l’Azerbaijan e l’Iran e a sud con la Siria.
Il Paese è un importante punto di transito verso l’Europa per i rifugiati siriani e iracheni, nel 2017 è stato sottoscritto un contestato accordo con l’UE per bloccare i flussi migratori.
La capitale è Ankara, altre città importanti sono Istanbul (che conta 13.100.000 abitanti), Smirne, Bursa, Adana, Gaziantep, Konya, Antoly. La religione prevalente è la musulmana, ma è presente anche la religione cristiana (ortodossa e cattolica) e la ebraica; poco diffuso è l’ateismo. La lingua ufficiale è il turco, ma si parla anche la lingua araba, l’armeno, la lingua curda e quella greca. La moneta è la lira turca (TRY); il tasso di cambio è di 1€ contro 6.1029 TRY. Importa merci e servizi per un valore di 196,87 miliardi di euro ed esporta per 148,31 miliardi di euro e ha un saldo della bilancia commerciale pari a 48,56 miliardi di euro.
Importa dall’Italia merci e servizi per un valore di 8,95 miliardi di euro ed esporta verso il nostro Paese per 8,43 miliardi di euro per un saldo dell’interscambio pari a – 0,52 miliardi di euro. Le gravi tensioni politiche iniziate a partire dal 2015, il clima di insicurezza e la mancanza di riforme hanno frenato il turismo e scoraggiato gli investimenti esteri.
Ordinamento dello Stato e suddivisione amministrativa
Dopo la proclamazione della Repubblica nel 1923 da parte di Mustafa Kamal Ataturk il Paese ha subito due colpi di stato, uno nel 1960 (ma a distanza di un anno il potere fu restituito in mano civile), l’altro nel 1980 che abroga la Costituzione. Nel 1982 viene approvata la nuova Costituzione e ripristinato il regime parlamentare, con una forte tutela dell’esercito sulla vita politica. Con il referendum del 2017 si modifica in senso presidenzialista la Costituzione. Successivamente alle modifiche apportate alla Costituzione la Turchia diventa una Repubblica presidenziale: il Presidente viene eletto con suffragio universale, il suo mandato dura cinque anni (e può essere rieletto), guida il Governo ed ha ampia autonomia; l’Assemblea Nazionale è composta da 600 deputati eletti con mandato di cinque anni. E’ suddivisa in 81 province alla testa delle quali c’è un Governatore, che risponde direttamente al Ministero dell’Interno e di conseguenza al Governo in carica.
Situazione economica
Il Prodotto Interno Lordo ha origine per l’8% dall’agricoltura, per il 27% dall’industria – di cui il 18% manifatturiera – per il 65 % dai servizi. Il Paese dispone di risorse minerarie importanti tra le quali il cromo, di cui è uno dei maggiori produttori mondiali; importanti sono anche la produzione di ferro, rame, bauxite, antimonio, magnesio, manganese, lignite, carbone. L’agricoltura è basata prevalentemente sulla coltivazione dei cereali, diffusa è anche la coltivazione del cotone, di cui il paese è uno dei maggiori produttori mondiali; particolarmente sviluppate sono anche la coltivazione di agrumi, vite, olivo, mandorle, nocciole (di cui è leader a livello mondiale), tabacco, the, barbabietole, papavero da oppio. Una buona risorsa è anche l’allevamento di bovini, ovini e caprini. Il turismo fa leva sulle località balneari e soprattutto sui siti archeologici di Efeso, Milito, Troia. La Turchia era sino a qualche tempo fa uno degli Stati più visitati al mondo. Importa materie prime, macchinari, beni di consumo, carburanti; esporta abbigliamento e accessori, ferro e acciaio, elettrodomestici e macchinari, veicoli e loro parti, automobili, materiale elettrico ed elettronico, frutta e ortaggi, derivati del petrolio, fibre/filati sintetici/artificiali, alluminio, tappeti, tessuti.
I partner più importanti sono nell’ordine i paesi dell’Unione Europea, la Cina, la Russia, Iraq e Stati Uniti. Per quando riguarda l’interscambio con l’Italia le voci più significative dell’export sono: macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli, trattori e parti di ricambio, materie plastiche, combustibili minerali, oli minerali macchinari di precisione ed attrezzature elettriche ed elettroniche, ecc; per quando riguarda invece l’import le voci più importanti sono: autoveicoli, trattori e parti di ricambio, ferro ed acciaio, macchinari e apparecchiature meccaniche, frutta, scorze di agrumi, rame ed articoli in rame ecc.
Situazione infrastrutturale
Le reti stradali e ferroviari hanno un buon livello di estensione e sono complessivamente efficienti. Le strade si estendono per 389.480 chilometri, di cui asfaltate 375.000 chilometri; le autostrade si estendono per 2.680 chilometri. Le ferrovie contano circa 12.608 chilometri, di cui elettrificate 3.950. Gasdotti ed elettrodotti si estendono rispettivamente per 12.874 e 3.053 chilometri. I porti principali sono quelli di Istanbul, Smirne, Mersin, Izmit, Samsun, Derince, Bandirna. Gli aeroporti più importanti sono: Istanbul/Ataturk, Ankara/Esemboga, Smirne, Adana, Diverbakir, Bursa, Samsun.
Parchi industriali e zone franche
Nel Paese esistono ventuno Zone Franche, la maggior parte specializzate per settori. Le più significative sono quelle di Mersin, Aegean Free Zone, Antalya Free Zone, Istanbul Ataturk Free Zone, Istanbul Leather and industry Free Zone, Istanbul Trakya Free Zone, Mardin Free Zone, Trabzon Free Zone, European Free Zone, Izmit Menemen Leather Free Zone, Tubitak-MAM Technology Free Zone, ecc. I vantaggi più significativi per gli investitori stranieri sono:
- la possibilità di rimpatrio dei capitali prodotti nelle zone franche;
- la facoltà di mantenere il 100% della proprietà straniera;
- l’esenzione del pagamento dell’imposta sul reddito individuale e delle società;
- nessuna limitazione nella partecipazione di capitali stranieri negli investimenti;
- nessun tipo di restrizione procedurale sul prezzo e sulla qualità delle merci;
- non esistono limitazioni sul permesso di vendita nel mercato locale.
Norme sugli investimenti esteri e restrizioni all’importazione
Gli investitori stranieri sono equiparati a quelli locali. I profitti netti, i pagamenti dei dividenti, la vendita, la liquidazione e gli indennizzi degli investimenti esteri, i pagamenti del capitale del credito estero e i relativi interessi possono essere trasferiti liberamente all’estero tramite banche e istituti finanziari privati. È altresì possibile investire il 100% del capitale in tutti i settori, incluso quello bancario e assicurativo. L’unica eccezione riguarda il settore radio-televisivo dove non si può superare il 50% di partecipazione. Altre eccezioni comprendono il settore del trasporto aereo, la gestione dei porti, petrolio,ecc. Per questi settori occorre richiedere la relativa autorizzazione al Dipartimento per gli investimenti esteri e ai sottosegretari al commercio e al tesoro. Di solito tali autorizzazioni vengono rilasciate senza particolari difficoltà, purché le iniziative non siano concorrenti con attività delle aziende turche.
Agli investitori stranieri vengono garantiti altri incentivi, quali: l’esenzione dell’Iva e delle tasse doganali, la riduzione delle aliquote, supporti ai datori di lavoro per il pagamento dei contributi relativi alla sicurezza sociale, per il pagamento dei tassi di interesse e per l’affitto dei terreni. Infine alle società straniere è permesso trasferire i profitti all’estero alla fine di ogni anno fiscale, dopo che è stato deliberato il pagamento dei dividenti; esenzioni fiscali e assegnazioni di terreni sono offerti a chi investe nelle aree meno industrializzate. Nelle zone franche alle esenzioni fiscali si sommano l’esenzione dell’Iva su beni importati ed esportati. Relativamente alle restrizioni alle importazioni queste sono simili a quelle comunitarie per armi e accessori, materiali radioattivi e e relativi macchinari, strumenti delle telecomunicazioni, materiali per aviazione civile, materie esplosive, solventi e alcuni prodotti petroliferi, rifiuti, concimi materiali utilizzati e revisionati (alcuni dei materiali rientranti in questa categoria possono essere importati direttamente senza alcuna autorizzazione, altri invece tramite autorizzazione e sulla base del valore materiale).
Per l’importazione di alcuni materiali si deve ottenere relativo permesso. È proibita l’importazione di hashish e oppio preparato, uova di baco da seta, qualunque tipo di terra, foglia, gambo, paglia e concime naturale utilizzato per scopi agricoli, varie macchine da gioco. Necessitano una documentazione particolarmente dettagliata l’importazione di prodotti tessili da Cina, Bangladesh, Vietnam, indonesia, India, Cambogia, Pakistan, Sri Lanka, Bruma e Tailandia.
Sistema Fiscale
In ordine al sistema fiscale le persone fisiche residenti in Turchia e le persone giuridiche con sede legale e commerciale nel Paese debbono versare la tassa sul reddito prodotto ovunque. Se invece le persone fisiche e giuridiche non risiedono o non abbiano sede legale o commerciale in Turchia vengono tassate solo per il reddito prodotto nel Paese. Le imposte sui redditi delle persone fisiche vanno dal 15 al 35%; le Attività di Impresa sono tassate al 22%; l’imposta sul valore aggiunto VAT può essere dell’ 1%- 8 %- 18 %.
Costo fattori produttivi
Operaio: da 350 a 550 euro
Impiegato da 500 a 1.100 euro
Dirigente da 1250 a 4.000 euro
Elettricità uso industriale alta e media tensione: 0,10 €/kW/h; benzina costo medio 1,10 € litro; combustibile industriale 0,65 € litro; acqua ad uso industriale 1,94 € per metro cubo; affitto locali uffici da 5 a 20€ metro quadrato.