Imprese del calatino: 2019 chiuso con il saldo positivo

- Pubblicità -

CALTAGIRONE (CT) –

Imprenditoria ancora vivace, soprattutto nel campo della ristorazione, spinto anche dall’aumento delle presenze turistiche. È una fotografia in chiaro scuro quella scattata da Confesercenti Caltagirone e relativa allo stato di salute delle imprese registrato nel 2019. Un’istantanea che mostra particolare vitalità in alcuni comparti mentre registra un calo nel settore dell’artigianato, un tempo traino per l’intero territorio.

- Pubblicità -

A illustrare l’anno appena concluso, tracciando la rotta per quello appena iniziato, è Filippo Guzzardi, responsabile di Confesercenti Caltagirone che sottolinea come, nonostante vi siano alcuni settori in sofferenza, il saldo tra nascite e chiusure sia positivo e faccia ben sperare per il futuro.

“Nel 2019 si sono iscritte ben 195 imprese a fronte delle 175 che sono state cancellate – afferma Guzzardi. Tra quelle nate – continua – circa 30 hanno investito nell’agricoltura, 40 nel settore artigianale, dove massiccia è la presenza di attività che ruotano nel campo dell’edilizia, impiantistica e manutenzione e soprattutto per ristrutturazioni mentre ancora bassa è la percentuale di nuovi iscritti nel settore della ceramica”.

Spiragli di crescita sono stati registrati nel settore dell’estetica, mentre perdono terreno le imprese di abbigliamento e calzature. “Di questa tipologia di imprese – prosegue Guzzardi – ne sono nate appena 8, mentre cresce, e anche velocemente, il settore di somministrazione e vendita di alimenti e bevande (in primis bar e ristoranti), soprattutto nel centro storico. L’incremento di presenze turistiche invoglia l’apertura di nuovi esercizi – sottolinea il rappresentante di Confesercenti – che restano a trazione maschile, con 70 imprese contro le 40 al femminile”.

Il 2019 ha poi visto aumentare la presenza Società a responsabilità limitata (60) e delle cooperative (10) così come, nel campo dell’agricoltura, delle società semplici.

“Un altro dato particolarmente interessante – aggiunge Guzzardi – è che nel 2019 sono diminuite le attività gestite da cinesi e non ne sono state aperte di nuove: un segnale di ritorno all’artigianato, dopo anni di saturazione del mercato”.

- Pubblicità -