CATANIA – Un defibrillatore in piazza Teatro Massimo e una simulazione di intervento per sottolineare che è possibile salvare vite umane con un piccolo gesto. L’installazione da parte del Comune del fondamentale strumento sanitario a ridosso della centrale area cittadina, esattamente tra i civici 18 e 20 di via Michele Rapisardi, è stata presentata dalla promotrice dell’iniziativa, la presidente della commissione consiliare Sanità, Sara Pettinato, insieme con l’assessore al Centro storico, Michele Cristaldi, il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Castiglione, e i volontari del First Aid, alla presenza dei donatori del defibrillatore: Antonio e Roberta Barresi, papà e sorella di Raffaele e ideatori del progetto “Il Cuore di Raffaele”, nel ricordo del giovanissimo familiare che ha perso la vita per un arresto cardiaco sui banchi di scuola.
“Dobbiamo lavorare tutti quanti – ha detto Sara Pettinato- per un cambiamento culturale: consideriamo che ogni anno nel mondo avvengono 57 mila decessi per arresto cardiaco, quindi una persona ogni 9 minuti, quando l’utilizzo del defibrillatore potrebbe essere utile a salvare tante vite. E’ importante che questo cambio di rotta parta dai giovani, che stiamo coinvolgendo nelle attività di sensibilizzazione e primo soccorso perché sappiano che in determinate situazioni è fondamentale chiamare il 112 e intervenire subito”.
“E’ un primo passo – ha sottolineato l’assessore Cristaldi – nell’ambito di un progetto più ampio dell’Amministrazione comunale che comprende l’installazione di altri dieci defibrillatori in altrettante piazze cittadine, con i 10mila euro stanziati nella previsione di bilancio 2020, che si deve a una proposta di Sara Pettinato. Lavoreremo per incrementare il numero di defibrillatori così da raggiungere tutti i quartieri cittadini”.
“Un’ulteriore dimostrazione – ha affermato il presidente Castiglione – della vicinanza del Consiglio comunale alla città e a iniziative particolarmente importanti come questa nata dalla generosità dei familiari di Raffaele Barresi”.
“Abbiamo cercato di trarre dalla disperazione un vantaggio per gli altri – hanno evidenziato Antonio e Roberta Barresi- E’ importante preparare i giovani, noi lo abbiamo già fatto con 120 studenti delle superiori, e continueremo a farlo, con tecniche di primo soccorso e rianimazione blsd che prevedono anche l’utilizzo del defibrillatore, con la speranza di dare ad altri ragazzi quella occasione, quella possibilità che Raffaele non ha avuto”.