CATANIA – Entro il 15 gennaio tutte le associazioni e le corporazioni che desiderano partecipare alla processione dell’Offerta della Cera, che si svolgerà il 3 febbraio alle 12, devono inviare una mail all’indirizzo processione3febbraio2020@gmail.com specificando il numero presumibile di partecipanti.
Lo ha predisposto – come tra l’altro previsto dal Regolamento della Festa – il Comitato dei Festeggiamenti in onore di Sant’Agata presieduto da Riccardo Tomasello.
“Come si legge nel regolamento – sottolinea il presidente – la processione del 3 non è una sfilata né una manifestazione flokloritica. Questa processione è il primo momento della devozione del popolo cristiano catanese alla Sua Santa Patrona Agata, martire per Gesù Cristo. La processione vede partecipare le Autorità Religiose, le Autorità Civili, i rappresentati di Enti e Associazioni che vogliono effettuare un omaggio a Sant’Agata. Chi partecipa – ricorda ancora Tomasello – offre una candela di colore bianco per esprimere, a nome della categoria che rappresenta, il ringraziamento a Sant’Agata per la protezione ricevuta nei mesi precedenti e la richiesta di intercessione per i mesi a seguire. La candela, che viene consegnata all’altare della Cattedrale, viene accesa durante le celebrazioni liturgiche che si svolgono nel corso dell’anno a rappresentare la costante presenza dei catanesi davanti a Sant’Agata”.
Affinché tutto si svolga in maniera ordinata è stato scelto anche per il 2020 un Coordinatore nominato dal Comitato: questo compito spetterà al Generale Ettore Mastrojeni dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Sarà lui a rispondere tempestivamente alle mail che arriveranno comunicando l’accettazione o meno della richiesta dando precise indicazioni circa le modalità, il numero e la disposizione dei partecipanti in settori ben definiti della Processione. Il Coordinatore potrà ammettere soltanto i gruppi, le associazioni, gli enti che non svolgono attività e/o che non abbiano connotazioni politiche, razziste, violente o comunque contrarie ai principi e alle norme dello Stato o della Chiesa Cattolica o, ancora, quelle ritenute con evidenza inopportune, sentito – in quest’ultimo caso – il parere del Comitato.