Le sardine catanesi cantano “Bella ciao” e sfidano Salvini: “Qua la Lega allicca a sadda”

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CATANIA – Quando parte “Ciuri ciuri” la piazzetta della Pescheria è tutt’altro che piena,  e i più pessimisti scuotono la testa rivolgendo pensieri cupi al domani. Ma già per “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla – nume tutelare delle Sardine originarie, quelle bolognesi -, il quadrilatero odoroso di pesce (e ci mancassi) sta stretto ai manifestanti. Dalla regia improvvisata si organizza la coreografia: decine di cartelli gialli che costruiscono la figura del pesce che solo non vale nulla ma in branco fa paura. E poi balli, tamburi, nacchere, striscioni, megafoni, sigarette addumate, qualche spinello, centinaia di cartelli. 

“La Cura di Battiato ce l’avete?”. “No, ma forse c’è Stranizza d’amuri”. Non se ne fa niente. Tanto qualcuno mette “Imagine” di John Lennon, poi arrivano i Modena City Ramblers e la piazza parte con “Bella ciao”: i flash degli smartphone al posto degli accendini, le gole che raschiano per cantare il sacrificio del Partigiano, gli occhi di qualche comunista della vecchia scuola che si fanno lucidi, quelli dei giovani che li seguono, vuoi per convinzione vuoi per empatia. Infatti non è mica vero che sono tutti vecchi e non è mica vero che sono tutti giovani, è una piazza variopinta e non compromessa dove c’è un po’ di tutto, qualche volto noto della politica catanese si affaccia qua e là ma non rovina la festa (l’ex sindaco Enzo Bianco che qualche giorno fa aveva “chiamato” la piazza su Facebook non si fa vedere. E vabbè). A questo punto è evidente che la Pescheria per quanto evocativa non basta a contenere la folla, ci si sposta in piazza Duomo, si dà pacifico assalto al Liotro sotto le finestre chiuse di Palazzo degli Elefanti attualmente retto dalla destra sovranista.

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E qui altri balli tamburi nacchere striscioni sigarette qualche spinello. Si ha l’impressione, ma è solo un’impressione, che vi sia più Friday For Future che collettivismo vero e proprio in questa piazza, e forse il segreto del successo sta proprio qui. La sintesi politica, mentre dai megafoni scandiscono parole che non tutti sentono e partono canzoni che non tutti cantano, ma per un motivo o per un altro tutti sorridono, la trova la signora che sventola un cartello fotografato da tutti: “A Catania la Lega allicca a sadda”. Meglio di così? Sipario.

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