CATANIA – Si è svolta ieri presso il Mercure Excelsior Hotel l’Assemblea territoriale 2019 di Cna Catania, in occasione della Giornata contro l’abusivismo imprenditoriale. Un tema particolarmente sentito dagli artigiani catanesi, al centro di un confronto tra i vertici della Cna, la Procura etnea e le Forze dell’Ordine.
Presenti il Procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, il Vicequestore Salvatore Fazzino, il Colonnello dei Carabinieri Piercarmine Sica, il Tenente Colonnello della Guardia di Finanza Massimiliano Pacetto, il Comandante della Polizia Municipale Stefano Sorbino. Presenti il segretario nazionale della Cna Sergio Silvestrini, il presidente regionale Sebastiano Battiato e il segretario regionale Pietro Giglione, oltre ai rappresentanti regionali delle varie categorie. In sala anche Nicola Grassi, presidente dell’Asaec, l’Associazione antiestorsione di Catania, che con Cna ha dato vita ad uno sportello per assistere le imprese vittime di usura e racket.
Un mondo parallelo, quello dell’abusivismo, che sottrae spazio vitale e respiro alle imprese che si ostinano a lavorare nella legalità. “L’abusivismo non danneggia solo il mercato e la libera concorrenza – ha detto Floriana Franceschini, presidente della Cna Catania – ma in molti casi può diventare un pericolo per la salute dei consumatori e per l’ambiente. Ricordiamo che l’abusivismo va a braccetto con un altro fenomeno, la contraffazione. Un giano bifronte, le due facce della stessa medaglia”.
“Siamo consapevoli che rispetto a questo fenomeno la repressione non sia l’unica via da percorrere – ha proseguito Franceschini – Riteniamo che la lotta a qualsiasi tipo di illegalità esiga una risposta culturale, che deve vederci protagonisti insieme alle Forze dell’Ordine in un tandem della legalità. E’ importante il ruolo delle scuole, con la preparazione di consumatori responsabili, uomini nuovi plasmati dall’educazione alla legalità. La Cna è pronta e propone a tutti gli attori sociali un’alleanza per il futuro del nostro territorio”.
Un’alleanza quanto mai necessaria, per non rischiare di arretrare oltre il punto di non ritorno, come ha sottolineato nel suo intervento il segretario provinciale Andrea Milazzo: “La forbice tra il Nord e il Sud del Paese si allarga sempre più, sopratutto in Sicilia, sopratutto a livello occupazionale – ha detto Milazzo – un dato confermato anche dall’ultimo rapporto Svimez. Tutti i settori, dall’agricoltura all’edilizia, sono in grande sofferenza. Basti pensare che nel primo trimestre 2019 abbiamo registrato 38mila occupati in meno, il numero più basso da quando sono disponibili le serie storiche. Un dramma la cui ovvia conseguenza è l’emigrazione, sopratutto giovanile”.
“La carenza della nostra classe politica dirigente è visibile anzitutto dal deficit delle infrastrutture – ha proseguito Milazzo – non solo fisiche ma anche digitali. Chiediamo di mettere al centro delle politiche economiche del Paese le imprese: accesso al credito, de-burocratizzazione, iniqua pressione fiscale, formazione professionale”. Per quanto riguarda l’abusivismo, il segretario ha ricordato che da anni la Cna lancia appelli alla classe politica, che tuttavia non sembra avere a cuore il problema, o perché lo ritiene un fenomeno marginale, o perché teme che intraprendere azioni forti porti alla perdita di consenso. “Non vogliamo certo fare la guerra a nessuno – conclude Milazzo – ma abbiamo bisogno di sentire lo Stato dalla nostra parte”.
E’ il turno del Procuratore Carmelo Zuccaro, che non si sottrae certo al confronto. “Le Istituzioni hanno gravissime responsabilità su questa situazione – ha detto il Capo della Procura della Repubblica etnea prendendo la parola – Lo Stato spende poco e male, perdendosi dietro il clientelismo. L’abusivismo è un offesa alla vocazione creativa e imprenditoriale del catanese. Se l’artigiano o l’imprenditore deve operare subendo la concorrenza subisce un enorme torto, anzitutto da parte dello Stato. Quando si penalizzano i trasporti, si tollera l’abusivismo, si chiudono gli occhi si offendono gli artigiani onesti che vogliono operare nella legalità. È una vera ingiustizia sociale”.
“La ragion d’essere del nostro lavoro è cercare di rendere vivibile una società per molto versi invivibile – ha concluso il Procuratore – Alle inefficienze dello Stato di solito ci si ribella evadendo, facendosi i fatti propri, rifugiandosi nell’abusivismo. Ma questa non è la risposta. La legge dev’essere una garanzia per i più deboli. Per questo invitiamo tutti a denunciare a testa alta le situazioni irregolari, per permetterci di portare avanti il nostro lavoro in difesa di chi, con fatica, lavora e produce nel rispetto della Legge”.