CATANIA – Un’isola felice nella città, un modello virtuoso da seguire – anzi da inseguire, magari da superare, secondo la mentalità sportiva che qui viene formata e coltivata. E’ il futuro del Centro Universitario Sportivo di Catania disegnato dal neo presidente, il professor Luigi Mazzone, in questa conversazione con Hashtag Sicilia. Un lungo elenco di cose fatte e da fare, di trofei vinti e da vincere, senza perdere di vista il valore dello sport, “veicolo di inclusione sociale tra i più potenti”. E necessari, in una città che affronta ogni giorno le sfide della questione giovanile.
Ma per guardare al futuro è necessario partire dal passato. “Negli ultimi due anni abbiamo portato avanti un lavoro di risanamento economico, che ci ha permesso di chiudere in positivo l’ultimo bilancio – dice il professor Mazzone, commissario dell’ente da novembre 2017 – Ma abbiamo dato grande attenzione anche alla parte agonistica, raccogliendo risultati importanti. Il rugby, ad esempio, ha chiuso il campionato di Serie B in ottima posizione, l’atletica leggera ha sfiorato la Serie A. Per quanto riguarda il basket, abbiamo chiuso un accordo con l’Alfa che ci ha permesso di iscrivere la squadra femminile al campionato di serie B. E ancora tante eccellenze, nella scherma, nel canottaggio, nella vela, negli altri sport. Merito dei ragazzi e degli staff tecnici, che ce l’hanno messa tutta per raggiungere questi risultati”.
Accanto alla parte agonistica, prosegue il professor Mazzone, si è lavorato per migliorare l’offerta universitaria. “Abbiamo aumentato quasi del 30% gli studenti iscritti – ricorda – con un occhio di riguardo ai corsi, con il pacchetto full open per all’accesso alla sala pesi e alle varie discipline. Abbiamo cercato di rinnovare e implementare gli impianti, comprando nuovi attrezzi e investendo nella strumentazione sportiva. E poi abbiamo portato avanti un lavoro di ‘educazione’ all’utilizzo degli impianti, stabilendo un tariffario per chi volesse usufruirne, presentando una richiesta e contribuendo così al mantenimento di una società importante come il CUS”.
Tante cose fatte, tante ancora da fare. “Siamo concentrati sia sulla parte universitaria che su quella agonistica – spiega il presidente – per esempio interverremo sui macchinari della sala pesi, e vogliamo programmare l’acquisto di nuovi cardiofitness. E poi non credo sia fuori dalla nostra portata un salto di categoria nel rugby o nell’atletica [nel weekend tra la registrazione e la pubblicazione di questa intervista, proprio la squadra di rugby ha ottenuto un risultato storico battendo i campioni d’Italia della Capitolina, ndr]. Ma anche in altri sport possiamo tornare protagonisti, ritrovando quella mentalità vincente e quella voglia di emergere che hanno fatto del CUS una delle realtà più importanti del territorio catanese”.
Aspettative alte, insomma, per una struttura che riveste ormai un’importanza strategica per la comunità. “Penso che il CUS possa rappresentare la Catania che vince – dice Mazzone – La nostra città ha bisogno anzitutto di esempi virtuosi. E il Centro Universitario Sportivo può davvero diventare un’isola felice, un modello di virtù, un esempio di buona gestione”. E un veicolo di inclusione sociale, grazie anche a progetti come “Sport e Legalità”, “Sport Ability in Disability” e la nuova iniziativa di inclusione lavorativa portata avanti di concerto con l’Associazione Persone Down.
“Una società che non dia attenzione ai più deboli è una società che ha perso una grande occasione di crescita – ricorda il presidente – ciò che non vorrò fare nei prossimi anni è proprio perdere queste occasioni. Potremo fare più o meno bene, saranno gli altri a giudicarlo. Ma la volontà di fare dello sport un veicolo inclusivo c’è sicuramente. Sono un ambizioso: in questi due anni abbiamo fatto molto, nei prossimi tre dobbiamo fare ancora di più”.