Gesù Bambino Pellegrino

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Gesù Bambino Pellegrino di Alessandro Giuliano

Ci piace raccogliere e condividere con i lettori di Hashtag Sicilia la testimonianza di Alessandro Giuliano che ha organizzato la peregrinatio di Gesù Bambino da Praga a Catania.

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«La realtà si vede meglio dalla periferia che dal centro». Questo è quanto Papa Francesco ha detto e che costituisce pienamente il suo stile nell’attività pastorale come guida della Chiesa Cattolica; perché è quando la Chiesa scopre la sua prossimità a tutti gli emarginati della società che diviene se stessa. E questo è quanto ho sostenuto e portato avanti nella mia città di Catania, chiedendo ai Padri Carmelitani Scalzi di Arenzano la possibilità di una peregrinatio con la bellissima statua di Gesù Bambino di Praga “pellegrino”, un’immagine che esprime tutta la dolcezza, la semplicità e l’innocenza di un essere umano e che con particolare fiducia mi è stata affidata per trasmettere nel mio territorio il messaggio evangelico dell’Incarnazione del Figlio di Dio: tema molto caro alla Santa Madre Teresa di Gesù e a tutta la famiglia del Carmelo riformato. La devozione senza la missione perderebbe quella consistenza cristiana che, con la sua efficacia, penetra nelle menti e nei cuori più provati, fino a operare un vero e proprio miracolo di conversione (dal latino conversio, cioè cambiamento).

Quella che doveva essere una piccolissima iniziativa privata – visto che la disponibilità era nei mesi più caldi della stagione – si è rivelata invece una iniziativa molto grande che ha coinvolto perfino numerose realtà parrocchiali diocesane ed extra diocesane, sia nel territorio di Catania che di Siracusa. Inoltre la possibilità di accogliere Gesù Bambino è stata richiesta da molte famiglie, centri sociali, socio-sanitari e sanitari. Una vera e propria ondata di Grazia quella operata attraverso questa peregrinatio, in cui invece dello spirito di superstizione e di devozionismo fine a se stesso di molticredenti, è stata messa al centro dell’attenzione la Celebrazione Eucaristica e la visita ai malati: proprio nel letto dei malati e dei moribondi che lo hanno accolto abbiamo sperimentato “l’altare del Signore” che viene a dare speranza, sollievo e conforto.

In comunione con le intenzioni pastorali del Papa, dicevo prima, ho voluto che questa peregrinatio si consumasse proprio nei quartieri più emarginati della città: Picanello e presso la parrocchia S. Lucia in Ognina (la mia parrocchia di origine), Librino con le sue tre Parrocchie, Tondicello della Plaia nella parrocchia B.V. Maria in cielo Assunta con l’annessa casa di riposo “P. Pignataro”; ma anche nel territorio e nelle parrocchie periferiche della diocesi, come Maletto e Misterbianco, dove abbiamo ascoltato una toccante testimonianza di guarigione avvenuta dalla preghiera scaturita presso il Santuario di Arenzano; inoltre, a Lentini nella diocesi di Siracusa presso la Chiesa Madre di S. Alfio insieme all’OCDS, al centro oncologico HUMANITAS, all’oratorio “vecchio” S. Filippo Neri, nelle strade e nelle piazze del territorio dove molti sono convenuti per celebrare e ringraziare insieme il Signore.

Non trovo parole per descrivere quanta sofferenza e desiderio di riscatto sociale ho incontrato, in questa opera di evangelizzazione del “Verbo di Dio fattosi carne”, nelle realtà periferiche più abbandonate, soprattutto dalle istituzioni. Una Luce di speranza, dal rinomato Santuario ligure di Arenzano, è arrivata fino a queste realtà più povere, difficili ed escluse dalla società, in cui spesso, a queste caratteristiche, si unisce la forte presenza di criminalità organizzata in tutte le sue forme, specialmente nelle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti. Questa Luce si chiama Gesù, che si è fatto uomo per comprendere fino in fondo la realtà umana emarginata, frustrata e desiderosa di riscatto sociale, addossandosi tutto il peso della sofferenza umana nel desiderio di vederla trasformata in una nuova umanità libera e felice sotto il segno di un principio universale: l’Amore, che dovrebbe racchiudere tutti gli essere umani in una grande famiglia, rispettando quelle che sono le differenze di ognuno: religione, razza, cultura, sesso e orientamento sessuale. L’Incarnazione del Figlio di Dio (Gesù Bambino nella culla) ha senso solo se impariamo a vedere i nostri simili più emarginati e che stanno nelle varie periferie esistenziali con gli occhi di quell’Amore che si è donato fino alla consumazione sulla Croce. In tal modo si rifugge da quello spirito settario e di chiusura che, ahimè, spesse volte è presente anche nella Chiesa e che non permette di andare oltre la

frontiera del pensiero unico e statico, scandalizzando e allontanando sempre più battezzati dalla Chiesa. Più che i giudizi che creano barriere e muri alla comunicazione – come insegna la psicologia-, ci vogliono i ponti che favoriscono il dialogo con tutte le diversità esistenziali: anche questo è ciò che ho voluto sottolineare con la peregrinatio a Catania, portando l’immagine di Gesù Bambino anche da chi non la pensa come me, ma che mi ha aperto le porte e nel dialogo abbiamo cercato di cogliere i punti di forza che ci uniscono.

Se da un lato questa opera di evangelizzazione, svoltasi nel caldissimo periodo di Luglio e Agosto, si è rivelata improvvisamente troppo grande per me, Gesù Bambino non ha mancato di provvedere mandandomi degli angeli che mi hanno sostenuto, come la famiglia Fonti di Librino, la famiglia Cottone di Cibali, Nunzia di Misterbianco, Cettina Abbate di Catania, Salvo Lo Giusto di Lentini e il giovane Maycol Carabello di Picanello. A Settembre, in occasione della festa annuale di Gesù Bambino, mi sono recato presso il Santuario ad Arenzano per ringraziare e lodare il Signore, affidandogli tutti coloro che con spirito di comunione hanno partecipato alle celebrazioni di questa peregrinatio; durante la festa ho avuto modo di aiutare i Padri e i cari giovani del Seminario minore nel servizio liturgico e di ringraziare in modo particolare il priore P. Michele Goegan e P. Marco Chiesa, che mi hanno concesso tanta fiducia nel portare avanti da “solo” questa grande opera di evangelizzazione, affidandomi la statua pellegrina di Gesù Bambino di Praga.

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