PALERMO – La letteratura e la storia della letteratura sono ricche di documenti che raccontano le bellezze, la storia e le particolarità della Sicilia e delle sue città, ognuna testimone di storia e storie, di genti e popoli arrivati da molto lontano, in cui e di cui si vivono e si sentono ancora gli influssi e le eredità culturali, linguistiche e di costume importate nei secoli. Quale migliore esempio se non Palermo? Il capoluogo dell’isola mediterranea è da sempre il cuore pulsante della cultura, il centro della politica, dell’economia e della sua storia. A Palermo ancora oggi si possono scorgere le eredità dei popoli che l’hanno attraversata: dai fenici, ai greci, agli arabi e ai normanni, Palermo conserva ancora ciò che la storia le ha regalato e ha custodito per lei.
Un omaggio all’eredità artistica, culturale e linguistica conservata ancora oggi a Palermo è 40 cunti di Palermo. Palermo vista con gli occhi di un palermitano di Salvatore Arena, edito da Bonfirraro e disponibile in tutte le librerie e gli store online dal 12 novembre 2019.
L’autore, già promotore della cultura e della “sicilianità”, ha voluto regalare ai siciliani, e non solo, un percorso di lettura e una guida alla scoperta della bella città in maniera molto originale: adottando i tre sensi della vista, dell’udito e del gusto, ripercorre le leggende, le eredità culturali, il patrimonio artistico e culinario della città siciliana.
Il lettore si troverà immerso in “40 cunti”, cioè 40 storie, 40 poesie, interamente scritte in dialetto siciliano con traduzione e spiegazione a fronte. Un viaggio a 360° dentro Palermo e i segreti e i misteri che custodisce. L’autore passa dalla toponomastica, svelando le chicche relative alle leggende che starebbero dietro la creazione di nomi quali “Isola delle femmine” e “Capaci”, alla storia di personaggi illustri quali Federico II, Filippo Patti e Gaspare Bivona, per poi descrivere con minuzia di particolari le piazze e il patrimonio artistico di Palermo designato Patrimonio mondiale dell’Umanità. Fra queste, per citarne alcune, piazza della vergogna, la Cattedrale, le Grotte (primi insediamenti umani e prime tracce di civiltà). Vengono anche citate le tradizionali Ballarò, Vuccirìa e i 3 mercati, luoghi tipici e tradizionali della città siciliana.
Il patrimonio culinario viene raccontato con una delicatezza tale da fare quasi sentire al lettore il profumo e il gusto dei piatti descritti. Si passano così in rassegna alcuni dei piatti tipici di Palermo: dalla frutta di Martorana, al pane con la “meusa” (milza), per passare poi alla storica diatriba, che ha suscitato l’interesse anche dell’accademia della Crusca, tra arancino (catanese) e arancina (palermitana).
Dal libro di Salvatore Arena traspare una grande e profonda conoscenza della propria città, ammirata con gli occhi del visitatore stupefatto e meravigliato delle bellezze artistiche, culturali e delle tradizioni multietniche e multiculturali che Palermo conserva e preserva.
Gli occhi dell’autore sono però occhi pieni anche di speranza, di fiducia, di chi crede e sa che Palermo è ancora oggi culla di una immensa storia e di una eredità che non possono e non devono essere dimenticate, ma valorizzate e preservate.
«Palermo, insignita nel 2018 del titolo di capitale della cultura italiana, è da sempre culla di civiltà, tradizioni, leggende e folclore» afferma l’editore Salvo Bonfirraro «e il nostro compito, in quanto promotori di cultura e in quanto siciliani, è quello di valorizzare, custodire e tramandare quello che nel tempo abbiamo ereditato. Un patrimonio di inestimabile valore che, come tante altre città siciliane, rende speciale e ricca la nostra isola».
Dal 12 novembre, gli amanti della cultura siciliana, i palermitani, i siciliani e chi ama l’arte declinata in tutte le sue forme, potrà anticipare un regalo natalizio, portando a tavola o sotto l’albero la tradizione, la storia e la cultura di una delle città più belle e artistiche del mediterraneo.