CATANIA – Crisi ed opportunità di sviluppo. Eccellenze ed occasioni mancate. E’ una città che alterna chiaro e scuro quella presentata al Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano durante l’incontro organizzato dalla Cgil etnea presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Catania. Ad esporre la situazione i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni datoriali. Un’occasione per confrontarsi sulle prospettive della città, ma anche per affrontare i problemi più urgenti. A partire dalle crisi del Teatro Massimo Bellini e dei lavoratori del porto etneo.
A loro il Ministro dedica un incontro faccia a faccia prima del convegno. Ribadendo l’attenzione del Governo, a partire dalla Legge di Bilancio in discussione in queste ore. “La Manovra contiene misure importanti per il Sud e la Sicilia – dice Provenzano – l’imposta per gli investimenti, le misure sulla ricerca e l’innovazione, il raddoppio della strategia per le aree interne, che vuol dire viabilità, infrastrutture, trasporti, servizi. A fianco della Manovra stiamo lavorando al piano per il Sud, che dovrebbe essere chiamato piano per l’Italia poiché l’investimento nel Mezzogiorno e nella Sicilia è interesse anche delle imprese del centro-nord. Al Presidente della Regione Nello Musumeci [oggi assente, ndr] ho dato piena disponibilità a lavorare insieme, per evitare che un solo euro di finanziamenti venga perduto. I cittadini siciliani non meritano il costo delle inefficienze. A me non interessa trovare i responsabili, ma le soluzioni”.
A partire dalla questione più drammatica, l’emorragia di giovani costretti ad andare a cercare altrove il proprio futuro. “La Sicilia in questi anni ha partecipato poco alla ripresa, che è stata debole nel Mezzogiorno e a volte quasi assente – ammette il Ministro – Il tema dell’emigrazione è stata al centro della mia attività precedente [di ricercatore e Vicedirettore dello Svimez, ndr] ma anche della nostra azione di Governo. Io dico sempre che i giovani devono essere liberi di andare, ma devono avere anche l’opportunità di tornare e restare. Nei prossimi giorni pubblicheremo il decreto che rende operativo il progetto Resto al Sud, allargando ulteriormente la misura. Ma è chiaro che milioni di giovani non restano per decreto, restano se c’è un processo di sviluppo e di rinnovamento profondo. Nessuno ha la bacchetta magica, ma siamo al lavoro per questo”.
A fotografare la situazione catanese, delineandone le criticità, il segretario provinciale della Cgil Giacomo Rota. “Presentiamo al Ministro una Catania tra luci ed ombre, con grandi eccellenze e altrettanto grandi problemi – dice Rota – Nelle tecnologie una grande eccellenza è lo stabilimento della ST Microelectronics, che se però non ha i finanziamenti adeguati, se non viene attenzionato dalla multinazionale proprietaria andrà incontro a problemi. Un’altra grande eccellenza è l’agricoltura, con l’arancia rossa che però è abbandonata a se stessa senza che si riesca a chiudere la filiera. E ancora il settore del turismo, che dev’essere studiato e valorizzato meglio. Chiediamo al Ministro attenzione per questa città da parte del Governo Conte, e di mantenere la promessa di destinare il 34% della spesa di Ministeri, Anas e agenzie pubbliche al Sud”.
Presente al tavolo anche il Presidente regionale di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini. “Crediamo che la Sicilia debba ripartire da poche ma chiare strategie d’intervento – dice Mancini – penso ad esempio alla rivoluzione digitale, la Sicilia ha bisogno di un grande piano per valorizzare il tema dell’innovazione e diventare punto di riferimento anche per grandi compagnie tecnologiche. Poi c’è la sostenibilità, che oggi diventa tema di mercato perché crescono i consumatori attenti alla propria salute e alle scelte delle aziende produttrici. Non bisogna dimenticare le emergenze, come l’abbassamento della coesione sociale dovuta anche alla riduzione di spesa nel settore sociale di questi ultimi anni. Serve condivisione tra le forze datoriali e sociali, perché si eserciti un’azione efficace e costruttiva per guardare con più fiducia al domani, come nel caso del dissesto del Comune di Catania”.
A portare al tavolo le ragioni degli artigiani il segretario provinciale della CNA Andrea Milazzo. “Per un mondo in particolare difficoltà come l’artigianato chiederemo al Ministro di dar vita ad un progetto per il Mezzogiorno – dice Milazzo – un progetto che sia ampiamente condiviso e permetta ai consumi di ripartire. Pensiamo sia necessario affrontare le criticità strutturali mettendo al centro l’impresa. Solo rafforzando il tessuto imprenditoriale sarà possibile ripartire, superando la stagnazione in cui siamo piombati. E’ necessario ripartire con la spesa pubblica, ricordo che la spesa pro-capite per il Meridione è di 102 euro contro i 178 euro del centro-nord. Crediamo sia necessario un intervento straordinario da questo punto di vista, ma è fondamentale che questi soldi dopo essere stati erogati rimangano sul territorio”.