Rischio trasferimento centrale unica di committenza: l’alleanza delle cooperative incontra la commissione bilancio

palazzo dei Normanni, Palermo
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PALERMO – A seguito della richiesta dell’Alleanza delle Cooperative Italiane in Sicilia (ACI Sicilia), costituita da AGCI, CONFCOOPERATIVE e LEGACOOP, la Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana ha audito in data odierna i rappresentanti della cooperazione in merito all’ipotesi del trasferimento ad altra regione della Centrale Unica di Committenza.

ACI Sicilia ha esplicitato le proprie preoccupazioni per gli effetti potenziali di tale ipotesi sulle imprese, anche cooperative, che già faticano per competere in un mercato sempre più complesso e a volte spregiudicato e che vedono avvicinarsi la minaccia di un vuoto procedurale importante, che rischia di paralizzare l’intero comparto.

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Questo è infatti il timore emerso in assenza di una piena condivisione del disegno complessivo e del quadro di regole e procedure studiate per sostituire il sistema CUC Sicilia con un altro.

La Centrale Unica di Committenza è stata istituita in Sicilia con la legge n. 9 del 2015, con lo scopo di razionalizzare e ridurre la spesa pubblica nell’acquisizione di beni e/o servizi. Si tratta, nei fatti, dell’applicazione pratica della nostra autonomia regionale. ACI Sicilia ritiene opportuno che questa competenza e questa autonomia permangano in capo alla Regione Siciliana. Ci sono, infatti, importanti elementi organizzativi, giuridici, procedurali e non ultimo anche politici, di cui bisognerebbe tenere conto nel percorrere la strada del convenzionamento esterno. La normativa sugli appalti ha degli elementi di differenziazione tra una regione e l’altra e ciò pone ulteriori problemi nell’applicazione pratica della decisione di Giunta.

Tra l’altro è stato sottolineato come lo stesso Governo Regionale, con l’Assessorato alle infrastrutture, sia già intervenuto su una serie di criticità, con uomini e mezzi già preesistenti, riuscendo efficacemente a moltiplicare il numero di gare bandite e dimostrando così che le soluzioni possono essere trovate valorizzando la struttura esistente e senza spogliare la Sicilia della propria autonomia. “Se il problema fosse la scarsa “produttività” della CUC Sicilia, bisognerebbe – sostengono i rappresentanti di ACI Sicilia – lavorare per potenziare la struttura, colpendo le inefficienze, organizzandola e contestualmente monitorandone il funzionamento e le eventuali criticità”.

A conclusione dell’audizione ACI Sicilia ha preso atto con piacere dell’apprezzamento e condivisione delle proprie posizioni da parte della Commissione e del Presidente Savona e continuerà ad interloquire con le istituzioni regionale su questa delicata materia.

 

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