CATANIA – “Le persone che lavorano e fanno le stesse cose negli stessi luoghi, devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele sindacali. Oggi non è così. C’è precarietà, c’è un sistema di appalti folle e ci sono finte cooperative perché sono state fatte leggi sbagliate che hanno aumentato la precarietà. E perché ci sono anche contratti pirata”.
Non ha peli sulla lingua il segretario generale della CGIL nazionale, Maurizio Landini. A Catania ha fatto il punto sulla ‘concertazione inclusiva’ presiedendo l’assemblea dedicata al lavoro nell’aeroporto etneo con gli interventi del segretario generale della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota, dei segretari generali delle categorie Filt, Alessandro Grasso, Filcams, Davide Foti, Fiom, Nunzio Cinquemani, Nidil, Edoardo Pagliaro, FP, Salvatore Cubito, Filctem, Jerry Magno. È intervenuto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino.
Applauditissimi anche i delegati che, forti delle loro esperienze personali, hanno raccontato una realtà quotidiana fatta di sacrifici, lotte e voglia di fare al meglio il proprio lavoro, e sempre con grande dignità. Molto apprezzato è stato l’intervento di Chiara Palumbo, lavoratrice aeroportuale che ha affrontato il tema della contrattazione di genere: “Io non sono mamma ma vedo con quanta fatica le colleghe portano avanti la maternità. Si perde spesso l’equilibrio familiare e lavorativo. Se ci fosse un asilo nido in aeroporto, le lavoratrici opererebbero meglio e di certo produrrebbero di più. Intanto abbiamo iniziato a parlare di coordinamento donne anche all’interno dello scalo di Fontanarossa”.
Il confronto in assemblea si è mosso sulla linea tracciata dal documento della Cgil nazionale, “Il lavoro si fa strada”, che sta animando una discussione su come realizzare la contrattazione inclusiva unitamente alla contrattazione sociale e territoriale.
Non a caso il segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, Giacomo Rota, ha ripercorso la storia dello scalo etneo: “Vent’anni fa l’Aeroporto era un luogo di lavoro privilegiato. Senza problemi di concorrenza; una bolla dove nulla avveniva se non regolamentata. Oggi non è più così; lo scalo si è liberalizzato. Col tempo siamo arrivati sino a 10 milioni di passeggeri, ma ne può contenere 6 milioni. I lavoratori operano con grande difficoltà in airside e landside. Il rischio è di impoverimento e che alcuni lavoratori finiscano per valere meno di altri. Non basta la singola categoria in un contesto così complesso, ma tutte insieme le sigle hanno bisogno di coordinamento di confederazione e di sito. Che è poi la prossima mossa che faremo per poter effettuare un vero raccordo. Puntiamo ad una sede della Cgil proprio qui, guardando ai bisogni delle persone nell’ottica della contrattazione territoriale”.
Per il segretario generale di Filt Cgil di Catania, Alessandro Grasso: “La compagine aerea a Catania vanta le tariffe più basse di italia ed è chiaro che un problema c’è. Il prezzo chi lo paga? Di certo i lavoratori. Se si va al risparmio, sono loro che pagano le conseguenze. In aeroporto già si ventila l’entrata di un quarto gestore, ciò significa abbassare ancora di più le tariffe. Il 23 settembre incontreremo i vertici della Sac, su nostra richiesta. La Filt chiederà di uscire da quell’incontro con la clausola sociale di sito”.
Per il segretario di Cgil Sicilia, Alfio Mannino, bisogna chiedersi come mai “aumentano le attività in aeroporto ma diminuiscono i lavoratori? Perché scaricare sui lavoratori il costo dei profitti? Abbiamo bisogno adesso di un supporto dell’intelligenza e della passione dei delegati che oggi stanno raccontando la storia dell’Aeroporto di Catania”.
I lavori sono stati chiusi da Maurizio Landini che ha anche parlato dei rapporti della Cgil con il nuovo Governo: “Ci aspettiamo che sia il governo del cambiamento e della svolta e che cambi le politiche economiche e sociali sbagliate fatte in questi anni, anche dal governo Renzi. Noi valutiamo i governi per quello che fanno. Stiamo chiedendo – ha aggiunto – un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno. Vogliamo una riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati. Vogliamo una riforma fiscale vera che combatta l’evasione, che si estenda lo stato sociale e che si apra una discussione anche per cambiare le regole europee su molti temi. C’è anche il problema del rinnovo dei contratti – ha concluso Landini – e chiediamo che sia rivista la famosa legge delle pensioni perché per quello che ci riguarda, quota cento non ha risolto il problema di una legge sbagliata come quella che era stata fatta a suo tempo”.