Salvini fuori gioco dopo la fuga in avanti. Nuovo governo o elezioni (e che farà il PD)?

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Salvini aveva aperto la crisi chiedendo al popolo «pieni poteri», accusando i suoi alleati di Governo di impedirgli di realizzare i suoi “grandi programmi”, adottando toni e gesti apparsi molto pericolosi, al punto di ricordare una sorta di nuovo fascismo pseudo-sovranista-populista.

C’è stata allora una forte mobilitazione degli attori forti (la Commissione europea, la BCE, i grandi gruppi finanziari e la maggioranza dei media, degli intellettuali e dei sindacati) chiedendo di bloccare le ambizioni di questo pseudo neo-Mussolini.

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Da parte sua Salvini aveva l’illusione di poter agire e parlare senza “vergogna”, rifiutando di rispondere al Parlamento a proposito dei finanziamenti ricevuti dai russi, agitando rosari e crocifissi contro chi sempre più contestava i suoi meeting. Aveva costretto i suoi alleati di governo a far passare decreti legge apertamente reazionari e la sua crociata contro gli immigrati. Ed ecco che d’un tratto i Cinquestelle si sono “emancipati” da tale subalternità a Salvini attaccandolo come irresponsabile, demagogo, pericoloso, abusivo di simboli religiosi, reticente sui suoi affari loschi e assetato di pieni poteri.

Così, martedì 20 Agosto, il capo del governo Conte ha presentato le sue dimissioni ai parlamentari, prima di andarle a comunicare al Presidente della Repubblica Mattarella proponendo un discorso molto duro contro Salvini. Visto il tornante sfavorevole, questi ha cercato di recuperare ritirando la mozione di sfiducia e chiedendo un rimpasto del Governo. Ma questa volta il M5S ha scelto di rompere definitivamente con la Lega poiché l’esperienza di 14 mesi di Governo con tale partito l’ha portata solo a un declino vertiginoso dei suoi consensi a favore di Salvini.

Ma la proposta di un accordo col PD scommettendo anche sul supporto di alcuni parlamentari berlusconiani ha ricevuto il netto rifiuto da parte di Zingaretti, mentre Renzi è favorevole ed è tornato alla ribalta puntando sul suo controllo della maggioranza dei parlamentari PD. Mattarella ha fatto sapere che sarà favorevole a un Governo istituzionale a condizione che possa disporre di una maggioranza parlamentare stabile cioè in grado di condurre sino alla fine della legislatura, altrimenti sarà costretto a istituire un Governo provvisorio solo per gestire gli affari correnti e le elezioni anticipate che si terranno in autunno.

Questa ipotesi sembra la più probabile poiché nel frattempo il PD e anche il M5S pensano di rovesciare le tendenze dei consensi elettorali sino a ridurre in misura considerevole il successo che la Lega aveva conquistato alle recenti elezioni europee. Lunedì prossimo si saprà il futuro politico che si andrà a configurare nei prossimi mesi. Detto ciò, già da ora appare evidente che la sinistra italiana continua ad attraversare un momento molto sfavorevole a causa – per ultimo – delle maldestre scelte di Renzi che non ha smesso di provocare danni. Il partito è minacciato da una nuova scissione per opera sua nonostante dopo la sua disfatta al referendum sulla Costituzione e dopo quella alle elezioni politiche del marzo 2018 avesse promesso di non fare più politica.

Ma ora tenta ancora di tornare alla ribalta e sempre per accentuare la deriva liberista e anche operazioni losche. Zingaretti appare come un capo un po’ troppo modesto per rilanciare con la forza che sarebbe necessaria un partito che resta troppo marchiato dalla deriva liberista degli ultimi trent’anni, non riuscendo a distinguersi dalle destre (in particolare rispetto alle scelte finanziarie a favore delle banche, del padronato e delle grandi opere inutili, iper-costose e pericolose quali la TAV Torino-Lione o il ponte sullo stretto, la TAP e altre ancore).

L’Italia avrebbe bisogno urgente di un vasto programma di prevenzione e lotta contro le economie sommerse che pesano più del 32% del PIL (lavoro nero, frode fiscale, corruzione, collusioni con le mafie ecc.), un programma di efficace prevenzione dei rischi di disastri sanitari-ambientali e di rilancio delle attività sane ed effettivamente sostenibili e creatrici di posti di lavoro per i giovani che oggi emigrano sempre più mentre la demografia del paese declina da oltre 10 anni. Ma, purtroppo, nel dibattito sulla crise politica in corso quasi nessuno evoca queste necessità urgenti.

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