SICILIA – “Nessun progetto gestionale da parte del Comune di Acireale in grado di assicurare l’agibilità dell’impianto, nessuna risposta alle proposte della curatela fallimentare, nessuna visione strategica e nessun interesse a salvaguardare i contratti di utilizzo già attivi. La stagione dei concerti è a serio rischio e la Sicilia potrebbe essere esclusa da tutti i tour nazionali”.
A lanciare l’allarme è Giuseppe Rapisarda, promoter siciliano che negli anni ha organizzato al Pal’Art Hotel di Acireale tutti i concerti più importanti contribuendo, con il suo lavoro, a fare di Acireale una vera e propria ‘città della musica’.
Il momento del passaggio di consegne tra la curatela fallimentare ed il Comune di Acireale segna il periodo più difficile per il Pal’Art Hotel. Una storia che ebbe inizio 30 anni fa quando il Comune di Acireale mise a disposizione di una società privata il terreno dove oggi sorge la struttura. L’opera in questi anni è stata gestita dal curatore fallimentare che, per garantire il bene, ha sottoscritto contratti di utilizzo che hanno permesso all’impianto acese di essere punto di riferimento nel panorama nazionale.
“Non entro nel merito della querelle Comune-IRFIS, io – continua Giuseppe Rapisarda – chiedo solo di conoscere le intenzioni dell’Amministrazione comunale. In un suo intervento sui social del 17 marzo scorso il Sindaco Stefano Alì auspicava un accordo con l’IRFIS per estinguere il debito e la volontà di dare la struttura in gestione. Al momento non c’è niente di tutto questo e mancano pochi giorni alla consegna delle chiavi. Una volta che la società che gestisce l’impianto lascerà la struttura, verrà staccata l’energia elettrica, non ci sarà più un sistema di videosorveglianza, verranno estinte le polizze assicurative, il servizio di pulizia verrà disattivato e non ci sarà nessuno in grado di affrontare le emergenze quotidiane. Il Pal’Art Hotel sarà così abbandonato al suo destino e, in queste condizioni, sono a rischio tutti i concerti autunnali già programmati. Questo non è allarmismo ma è una semplice analisi dei fatti. Con queste prospettive le ricadute economiche negative su tutto il territorio saranno devastanti. Non cito gli studi delle Università internazionali sui benefici che l’organizzazione di concerti e grandi eventi porta sul territorio, voglio solo citare fatti concreti. Per ogni concerto, oltre alla produzione nazionale, vengono impegnati più di 200 unità locali che lavorano per assicurare il buon svolgimento dello show. Ad esempio per il live dell’11 maggio 2018 di Jovanotti ad Acireale sono stati impiegati 84 facchini, 1 direttore di produzione, 1 crew boss, 3 runner, 3 aiuto catering, 5 mulettisti, 10 hostess, 60 security, 4 addetti al botteghino, 10 addetti al bar, 8 addetti al servizio pulizie, 1 custode, 2 elettricisti, 10 impiegati dell’organizzazione, 4 addetti ai parcheggi e 2 ingegneri. Oltre a questo bisogna tenere presente tutto l’indotto. Parlo degli hotel e dei B&B, dei bar, dei ristoranti, delle società che organizzano i trasferimenti da tutta la Sicilia e la Calabria. Alla luce di questo è chiaro che non è possibile pensare di rimandare la gestione del Pal’Art Hotel ad una lontano bando europeo. Il problema è adesso. L’impianto non può essere ‘abbandonato’ neanche per un solo giorno”.
“Su una cosa così importante – conclude il promoter Giuseppe Rapisarda – non ci si può più permettere di improvvisare. Il Comune per garantire la salvaguardia dell’impianto avrebbe dovuto pensare a mettere in atto tutte le misure necessarie a preservare il bene da possibili danneggiamenti. Mi riferisco alla stipula di un’assicurazione e alla realizzazione di un impianto di videosorveglianza. È necessario un investimento immediato per evitare di perdere tutto. Chi garantirà le quasi 10.000 persone che hanno già acquistato il biglietto per i concerti programmati per la stagione autunnale? Chi si assumerà la responsabilità di una sempre più possibile ricaduta di immagine negativa? È il momento di compiere scelte importanti. Chi non vorrà farle o non è in grado di farle dovrà assumersi le proprie responsabilità e scrivere sotto la parola ‘fallimento’ il proprio nome e cognome”.