Catania in fiamme, inizia la conta dei danni. Rabbia per le responsabilità dello scempio

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CATANIA – Uno degli incendi più devastanti della storia della città. In uno dei luoghi simbolo dell’estate catanese, la plaia, con i bagnanti costretti ad attendere in acqua i soccorsi e la paura per le fiamme che si alzano sempre di più. L’alba del giorno dopo l’incendio i luoghi parlando il linguaggio della cenere. E il fatto che sarebbe potuta andare peggio – soltanto cinque le persone ferite, grazie al repentino intervento dei Vigili del fuoco e dei soccorritori, un pompiere intossicato – non smorza la rabbia per uno scempio le cui responsabilità rimangono tutte da accertare.

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Quel che è certo è che la conta dei danni è grave. In mattinata il sindaco di Catania Salvo Pogliese effettuerà un sopralluogo nelle zone interessate: “Un altro duro colpo alla città – ha detto ieri il primo cittadino – stavolta incendi devastanti hanno colpito la plaia, da sempre fulcro della stagione estiva catanese, danneggiando pesantemente gli imprenditori dei lidi, ma anche l’ambiente circostante. Un sincero ringraziamento va ai vigili del fuoco che hanno rischiato in prima persona per arginare il propagarsi del fuoco, ai tanti volontari che hanno aiutato i bagnanti a mettersi in salvo e agli operatori della protezione civile e delle forze dell’ordine che hanno assistito la popolazione nei momenti drammatici dei roghi”.

Ad insistere sulle responsabilità – quelle di chi ha appiccato lì’incendio, ma anche quelle di chi non ha curato a dovere la manutenzione – il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Siamo da alcune ore in Sicilia in una condizione di emergenza incendi – ha detto il governatore, ricordando che soltanto ieri ventidue roghi hanno interessato l’isola – A determinarla non è solo l’eccezionale ondata di caldo ma, con molta probabilità, anche una criminale attività dolosa che stavolta nulla avrebbe a che vedere con la nota logica dei pascoli. Sullo sfondo di questa grave emergenza si evidenzia – lasciatemelo dire – la disarmante, carente attività preventiva di molti Comuni e dei privati nel predisporre anzitempo, come la legge impone, i viali tagliafuoco nelle aree agricole o in quelle incolte”.

“La amara verità è che serve in Sicilia una nuova coscienza civica – ha concluso Musumeci – capace di coinvolgere tutti e far sentire ognuno responsabile nella prevenzione del rischio, per una concreta cultura dell’ambiente”. 

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