Salvini rivendica la chiusura del Cara: "Business finito, ragioneremo del futuro dei lavoratori"

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MINEO – Ad attendere Matteo Salvini, malgrado il sole cocente di luglio, ci sono decine di lavoratori a rischio di licenziamento per la chiusura del CARA. L’ex centro di accoglienza più grande d’Europa – nel 2014 ospitava 3792 persone, il 37% di tutte le presenze nei centri governativi in Italia -, sgomberato definitivamente nelle scorse ore con il trasferimento degli ultimi ospiti della struttura.

Il capitolo finale di una storia iniziata nel 2011 – era stato il Governo Berlusconi a destinare agli immigrati l’ex Residence degli Aranci, quando al Viminale sedeva l’ex segretario della Lega Roberto Maroni – e finita a più riprese sui giornali e in Tribunale, tra inchieste giudiziarie, operazioni contro la mafia nigeriana ed episodi di cronaca nera. Ma anche la storia di centinaia di lavoratori impiegati nel settore dell’accoglienza, che adesso guardano con preoccupazione al proprio futuro.

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Il Ministro dell’Interno rivendica la chiusura della struttura: “Era una promessa fatta ai siciliani e agli italiani – ha detto il Vicepremier, giunto a Mineo dopo l’inaugurazione del nuovo Commissariato di Polizia a Caltagirone il più grande centro immigrati d’Europa, un business da decine e decine di milioni di euro. Era stato provato dalla Magistratura che era una base per la mafia nigeriana, per lo spaccio di droga, per la prostituzione. Mi avevano dato del matto quando avevo promesso che lo avremmo chiuso, oggi la presenza di migranti è zero. Vuol dire tranquillità per il territorio, per gli agricoltori, per molti dei centocinquanta uomini e donne delle forze dell’Ordine che potranno essere recuperati”.

Per quanto riguarda le proteste dei lavoratori, il Ministro assicura che non saranno lasciati soli. “Ragioneremo per dare loro un futuro – dice – ma il futuro della Sicilia e dell’Italia non è l’immigrazione. Se fossi nella Cgil mi occuperei di sviluppare altri settori economici e non il filone dell’immigrazione di massa. C’è per esempio un protocollo che stiamo preparando per difendere gli agricoltori dai furti e dalle aggressioni. Questo è un territorio che potrebbe dare tanto da questo punto di vista, la prossima volta che verrò nel catanese sarà per occuparmi di agricoltura e non di immigrazione”.

Soddisfazione per il Ministro, insomma, che approfitta per lanciare una bordata all’alleato di Governo, dopo le recenti polemiche con la titolare della Difesa, Elisabetta Trenta. “I numeri sono buoni ma non dobbiamo abbassare la guardia – prosegue Salvini – spero che non ci sia nessuno tra i Cinque Stelle che abbia nostalgia dei porti aperti e delle porte aperte. Prevenire è meglio che curare, siamo scesi dagli 85.000 sbarchi del 2017 ai 17.000 dell’anno scorso ai 3000 di quest’anno. Sono contento che le Forze Armate siano a totale disposizione per fermare i barchini e i barconi”.

“Son contento che la Procura di Agrigento abbia confermato il sequestro della nave di Mediterranea, vuol dite che avevamo ragione”, prosegue Salvini, tornando sul caso della nave Ong che nei giorni scorsi aveva forzato il blocco approdando a Lampedusa. E chiude sull’incontro di lunedì prossimo con i ceti produttivi: “Incontreremo circa quaranta tra imprenditori, agricoltori, commercianti e artigiani, a cui chiederemo idee e proposte per il rilancio economico del Paese – conclude – Noi abbiamo le idee ben chiare, ma una manovra economica seria si fa ascoltando”.

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