CATANIA – All’improvviso la vita può cambiare mettendoti di fronte a un destino assai crudele, un destino che ti divide dai tuoi affetti più cari, dai tuoi figli, dalla moglie o dal marito. Un destino che spesso veste gli abiti della burocrazia, dell’ingiustizia, della crisi e del correre del tempo che non sempre cammina a fianco di chi è costretto a fermarsi.
È quello che è successo alla famiglia Pernice, una delle tante vittime dell’emergenza casa che a Catania solo negli ultimi 3 anni ha visto aumentare gli sfratti di oltre il 1800%. Un dato che racconta la difficoltà di molte famiglie, basti pensare che nel 2016 erano 39 quelle che sono state obbligate a lasciare la casa in cui risiedevano mentre a fine 2018 sono diventate 736. Si tratta di una povertà in crescita, perché il 90% sono sfratti incolpevoli, come quello della famiglia Pernice. Tre figli di 15, 13 e 12 anni, il papà lavora saltuariamente e sempre meno, la moglie casalinga e in 3 anni piombano in quella che tecnicamente viene definita “condizione di disagio abitativo”.
La famiglia Pernice racconta che dopo un periodo di forte maltempo la loro casa diventa inagibile, a nulla è servito allertare il proprietario che invece di dare soccorso procede con lo sfratto. I Pernice si trovano all’improvviso per strada. Da qui cominciano giorni terribili e la famiglia viene spaccata in due: il padre è ospitato al dormitorio il Faro mentre la mamma e i bambini vengono accolti in una casa di accoglienza per donne vittime di violenza domestica.
Quella che doveva essere una sistemazione temporanea diventa definitiva. Serve una soluzione, una soluzione che sia frutto di un gioco di squadra tra Amministrazione e forze sociali. È il marzo 2019 quando Fondazione Ebbene con il suo centro di prossimità Mosaico viene a conoscenza della situazione della Famiglia Pernice e in quei giorni il Comune di Catania pubblica l’“Avviso Esplorativo rivolto al Terzo Settore, con l’obiettivo di reperire alloggi ad uso abitativo da Concedere in locazione temporanea ai cittadini in Emergenza Abitativa.”
La soluzione arriva grazie a una collaborazione tra Amministrazione, Fondazione Ebbene e le altre forze sociali. Oggi i Pernice vivono insieme, così come ogni famiglia dovrebbe. Vorrebbero raccontare alla stampa la loro storia, per diffondere un modello di collaborazione tra pubblico e privato che crea energie positive per la comunità, specie per i più fragili.