CALTANISSETTA – Un altro passo è stato compiuto l’altro ieri mattina a Caltanissetta verso la costituzione di un Distretto del Cibo che metta al centro le filiere produttive strutturate, le imprese che ne fanno parte, le produzioni di qualità ed i loro Consorzi di tutela, nel rispetto dell’ambiente, del territorio e dei consumatori.
L’attività prosegue in due direzioni: da un lato la costituzione della “rete di imprese soggetto” che presenterà l’istanza, dall’altro l’accordo di Distretto con tutti i soggetti coinvolti, compresi i GAL.
Nel corso della riunione del Comitato proponente del Distretto delle filiere del cibo siciliano – ospitata gentilmente dal Comune di Caltanissetta – è stata data delega temporanea per l’interlocuzione esterna (GAL, etc.) a Federica Argentati (Presidente Distretto Agrumi di Sicilia), Nino Carlino (Presidente del Distretto Pesca e Crescita Blu) e Francesco Ancona (in rappresentanza delle produzioni biologiche). Al termine di un lungo dibattito è stato deciso di costituire una “rete di imprese soggetto” quale strumento proponente l’istanza al bando regionale per il riconoscimento del Distretto delle filiere del Cibo siciliano. All’incontro ha preso parte anche un tecnico super partes esperto in reti di imprese, l’avvocato Rosalia Capone, alla quale è stata richiesta una stima dei costi relativi alla prestazione professionale e alle spese necessarie alla costituzione della “rete di imprese soggetto”. Hanno preso parte all’incontro anche realtà che non erano presenti al precedente incontro del 22 maggio a Enna.
Su questa base, il Comitato proponente interloquirà con i GAL che hanno approvato i criteri base e tutti i soggetti non rappresentativi di filiere strutturate, che potranno aderire nella qualità di partner per procedere all’accordo di Distretto finalizzato a presentare l’istanza.
Naturalmente sulla base dei principi di base concordati nella riunione di Enna e già approvati anche dai GAL: centralità delle imprese strutturate della filiera agroalimentare siciliana garantendo l’impegno di ogni filiera al confronto con la propria base; la costituzione di una struttura giuridica semplice di rappresentanza e coordinamento con una governance esercitata per 3/5 dai rappresentanti delle filiere strutturate e per i restanti 2/5 dai rappresentanti dei soggetti partner; valorizzazione dell’agroalimentare regionale secondo principi di inclusione territoriale, sociale ed ambientale e sulla base di strategie della green e blue economy; centralità della valorizzazione delle produzioni di qualità riconosciute (Dop, Igp, Bio, Doc, Igt, Pat, ecc.) fresche e trasformate; valorizzazione delle risorse turistiche collegate ai territori di produzione rappresentati secondo principi di Turismo Relazionale Integrato; tracciabilità e salubrità alimentare mirate alla più ampia tutela e protezione della salute dei consumatori, a partire dalla refezione pubblica; supporto alle forme aggregate (Distretti, OP, Cooperative, Consorzi, reti, ecc); supporto alla commercializzazione attraverso strategie di filiera corta ed internalizzazione; rispetto della legalità e dell’etica; visione apartitica nella gestione e programmazione delle attività; coinvolgimento delle rappresentanze agricole, dei GAL di riferimento territoriale delle filiere rappresentate, degli istituti di ricerca scientifica e degli enti locali.