Agrinsieme, l'appello degli agricoltori: "Il tempo è scaduto, la politica ci ascolti oppure mobiliteremo"

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CATANIA – Il tempo è scaduto. E l’agricoltura siciliana non può più aspettare. E’ il messaggio lanciato stamattina nel corso di una conferenza stampa al Palazzo ESA di Catania da Agrinsieme, il coordinamento costituito dalle organizzazioni professionali e dalle centrali cooperative del settore agricolo, Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative (Lega, Confcooperative e AGCI) e Copagri.

Molti i temi messi sul tavolo dai rappresentanti degli agricoltori, dalla mancata programmazione di interventi strutturali alla carenza delle infrastrutture, dal controllo sulle fitopatie ai consorzi di bonifica, fino alla burocratizzazione e al sostegno fiscale alle imprese. Tutti campi nei quali si attende l’intervento del Governo regionale, per non abbandonare un settore che costituisce ancora oggi il cuore pulsante dell’economia siciliana.

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Tra i fattori di maggiore preoccupazione per gli agricoltori la diffusione delle fitopatie, che minacciano seriamente il settore agricolo siciliano. “Attendiamo risposte chiare dal Governo su questo problema – dice ai microfoni di Hashtag Sicilia Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale – le fitopatie stanno invadendo il nostro territorio, dalla tristeza al blackspot al mal secco del limone, fino a malattie più rare come la cimice asiatica che sta colpendo una parte dell’Italia. Rispetto a questo tema servono risposte chiare e concrete, con il blocco dei prodotti provenienti dai Paesi colpiti in modo da tutelare il nostro territorio”.

Altro tema, prosegue il presidente Cia, è quello delle infrastrutture. “Questo è un punto dolente per la nostra Regione, che possiamo definire arretrata – attacca Di Silvestro – mancano le strade, mancano le piattaforme logistiche, mancano sopratutto le infrastrutture immateriali, se pensiamo che in alcune zone non arrivano nemmeno internet e la rete telefonica”. Ma ad interessare la categoria è anche la situazione dei consorzi di bonifica e il costo del lavoro: “Non pensiamo soltanto agli operai e alla busta paga netta, ma alle incombenze cui le aziende devono far fronte per essere in regola con lo Stato e con gli stessi lavoratori”.

Un capitolo a parte meritano lo sblocco dei pagamenti AGEA e l’intervento normativo per le aziende colpite dalle alluvioni dello scorso anno. “C’è l’assoluta necessità di sbloccare questi pagamenti – dice Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania – abbiamo avuto un’alluvione che ha devastato centinaia di imprese agricole che ad oggi non hanno avuto nessuna risposta dal Governo nazionale, ma che hanno dovuto far fronte ugualmente alle scadenze agrarie e alle passività generate. Il Governo deve intervenire per dare una mano di aiuto lanciando un piano agrumicolo, olivicolo e cerealicolo che consenta finalmente di far ripartire la nostra agricoltura”.

Più vicinanza, insomma, per un settore troppo spesso lasciato a se stesso. “Oggi ci troviamo a Catania, che è la provincia più agrumetata d’Italia – ricorda Salvatore Marino, vicepresidente di Fedagripesca e rappresentante dell’Alleanza delle Cooperative – ma che ancora aspetta un piano ad hoc e adeguate normative che ci aiutino per esempio nella riconversione degli impianti. La globalizzazione ci ha portato non pochi problemi, perché l’Unione Europea non ci tutela come fa con altri Stati. E ancora le opere irrigue, l’eccessiva burocrazia, problematiche gravi che aspettano ancora una risposta”.

In mancanza della quale non resterà che la mobilitazione. “Chiediamo un tavolo con l’Assessore regionale, il Presidente della Regione e il Ministro dell’Agricoltura, per capire come procedere visto che così non si può andare avanti – concludono i rappresentanti degli agricoltori – in mancanza di risposte concrete la mobilitazione si renderà necessaria, a difesa del territorio e del futuro di un intero sistema economico”.

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