C’è anche il catanese Edoardo Strano nel film di Bellocchio, campione di critica e di incassi. L'intervista

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CATANIA – A Cannes ha ottenuto 13 minuti di applausi; per i Nastri d’Argento ha ricevuto ben 11 nomination risultando il film più candidato di sempre.

È ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino, Luigi Lo Cascio, Maria Fernanda Candido, Fabrizio Ferracane e Nicola Calì. ‘Il traditore’ è un biopic su Tommaso Buscetta, il primo membro di alto livello di Cosa Nostra a rompere il giuramento di silenzio alla mafia siciliana.
E nonostante sia tornato a mani vuote da Cannes, il  film sta riscuotendo un forte successo sul mercato internazionale e al box office.
A recitare nel film anche il catanese Edoardo Strano 
Come è stato lavorare con Marco Bellocchio?

Un’esperienza unica e indimenticabile. Quello de “Il traditore” è stato un set bellissimo, una grandissima orchestra in cui ogni nota è in sintonia con le altre e insieme realizzano una musica sublime. Un set, in cui ogni dettaglio si trova nel posto giusto al momento giusto. Ma, allo stesso tempo, il set de “Il traditore” è stato un “laboratorio” creativo, in cui gli attori, il cast tecnico e artistico hanno collaborato insieme alla creazione di una magia meravigliosa. Avere avuto l’onore di essere diretto dal Maestro Marco Bellocchio per me è stato un privilegio enorme, al mio esordio sul grande schermo, e colgo l’occasione per esprimere la mia infinita gratitudine al regista e a tutto il cast, che mi hanno dato la possibilità di vivere un sogno ad occhi aperti.

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Unico film italiano in concorso a Cannes: doppia emozione.

Le emozioni per questo film non finiscono mai. Il film sta ricevendo consensi di critica e di pubblico: un risultato meritato. La partecipazione al concorso ufficiale del Festival del cinema di Cannes è stata un’opportunità unica di proporsi ad un audience di prestigio che ha apprezzato il film durante la première al Grand Théâtre Lumière e ha accolto un capolavoro qual è “Il traditore” con un’ovazione della durata di 13 minuti. Fare parte di un progetto così grande mi riempie di gioia.

Cosa ti lascia questo film e perché andrebbe visto

“Il traditore” mi lascia un forte segno dentro, quello di aver visto lavorare attori del calibro di Pierfrancesco Favino, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Alessio Praticò ( per citarne alcuni), che rappresentano degli straordinari talenti artistici, attori che pongono al servizio della storia e dei personaggi il proprio talento, donando arte e creatività, facendo emergere un’opera dal multiforme aspetto, con tante sfaccettature quante sono quelle del protagonista, Tommaso Buscetta. Il film mi dona anche un incanto: assistere alla visione del film affascina, induce alla riflessione, tocca le corde più profonde dell’anima. Ne consiglio la visione a tutti. “Il Traditore” rappresenta un’occasione unica per ricordare, per celebrare la memoria e l’operato di eroi nazionali, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutti gli esponenti della giustizia che hanno lottato con ferma determinazione contro il male della criminalità organizzata, che mette radici profonde in ogni aspetto della società.
Il film concede molto spazio alla riflessione su una triste pagina della nostra storia.

Parliamo dei tuoi esordi: quando hai cominciato recitare?

Ho cominciato a recitare da piccolino, frequentando un laboratorio. Ho avuto l’occasione di calcare le tavole del palcoscenico, recitando al “Festival del teatro classico dei giovani” di Palazzolo Acreide. In questi anni ho avuto la possibilità di avvicinarmi alla macchina da presa, è stato un incontro affascinante: mi sento legato a questo mezzo espressivo, capace di scavare, di penetrare nell’attore e di “educare” tutte le sfumature delle emozioni umane, di intercettare i sentimenti più reconditi dell’animo.
Col tempo, ho realizzato di sentire una forte vocazione per questo mestiere, in me è cresciuto il desiderio di esprimere la partitura emotiva dell’uomo attraverso la recitazione. Ho frequentato dei corsi di formazione attoriale che mi hanno fatto comprendere quanto complesso e stupendo  sia questo mestiere e quanto sia necessario studiare, per crescere sia come individuo sia come attore. L’attore, per me, agisce, ma è anche un individuo che pre-agisce: pensa, studia, riflette, vive i silenzi.
Attraverso l’armonia di tutti questi momenti, emergono l’azione e l’interpretazione.

A Catania ti unisce anche la collaborazione con l’attrice Ornella Giusto: alcuni corsi insieme, “I muscoli dell’anima” e poi “lapilli verghiani”.

Ornella Giusto è un’attrice bravissima e una sensibile acting coach. Ho avuto l’occasione di conoscerla a Catania durante un suo laboratorio, “I muscoli dell’anima”: un laboratorio di recitazione, ma anche e soprattuto una palestra dei sentimenti, in cui si lavora con i propri “attrezzi”, le emozioni, un vero e proprio percorso introspettivo che Ornella è capace, come guida e coach, di fare compiere ad ogni attore. Per me è stata un’ esperienza di grande  valore umano oltre che formativo e artistico e di questo sono grato ad Ornella che mi ha condotto in un cammino, volto alla mia crescita personale e anche professionale: mi ha coinvolto in uno spettacolo messo in scena a Catania nel 2015, “Bellini allo specchio”.
Mi sono trovato immerso in un contesto poetico e musicale, circondato da 64 componenti dell’orchestra dell’ “Istituto musicale Vincenzo Bellini” di Catania, con la direzione del maestro Giuseppe Romeo.
L’anno scorso abbiamo lavorato nuovamente insieme, consolidando la nostra collaborazione artistca, nello spettacolo teatrale “Lapilli verghiani”: in un’atmosfera quasi onirica, gli attori ed il pubblico attaversano i “luoghi” più intimi dell’animo e del genio di Giovanni Verga, una pièce in cui si alternano momenti di lettura delle lettere di Verga e momenti recitati, tratti dalle sue opere.

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