Intervista a Mister Giobbe Giovenzana: "Nello sport il profitto non prevalga sui valori"

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Apriamo da oggi una finestra sulle associazioni sportive dilettantistiche e sulle loro modalità di funzionamento. Lo sport è un elemento basilare nella formazione dei giovani alla vita, ben al di là della loro prospettiva di successo sportivo. Il sistema dello sport agonistico giovanile assicura questa caratteristica? Un giovane atleta viene visto sempre come un futuro adulto da formare o prevalgono le più tristi regole dei bilanci economici? E fino a che punto i genitori sono consapevoli? Iniziamo questa nostra inchiesta con una intervista a Giobbe Giovenzana, campione degli Settanta ed oggi responsabile della Scuola di Pallavolo Anderlini, realtà attenta ai valori basilari dello sport, che organizzerà insieme a Confcooperative un proprio educational a Catania il prossimo mese di novembre. Da qui ad allora ci piacerebbe ascoltare la voce dei diversi protagonisti: atleti, genitori, associazioni, federazioni e quant’altro.

MODENA – Portava la maglia numero sette della mitica Panini che nella stagione 1969/70 conquistò il primo di una lunga serie di scudetti. Insieme a lui, in squadra, leggende del calibro di Josef Musil, due volte campione del mondo, tre volte campione d’europa, nominato tra i migliori otto giocatori del XX secolo dalla FIVB. O Andrea Nannini, medaglia d’oro alle Universiadi 1970, o ancora Francesco Dell’Olio, bronzo alle Olimpiadi del 1984.

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Oggi Rodolfo “Giobbe” Giovenzana è il presidente della Scuola di Pallavolo Franco Anderlini, che della Panini fu per anni allenatore e guida. La scuola, nata a Modena nel 1985 grazie all’impegno di Giobbe e di Andrea Nannini, dal 2016 ha preso forma di cooperativa per esercitare al meglio il proprio “mandato educativo”.“Lo sport per noi è anzitutto divertimento, gioco, educazione alla vita e infine benessere per il singolo e per la collettività”, è la filosofia della Anderlini. Una filosofia portata avanti attraverso molteplici iniziative tra cui l’educational, una tre giorni organizzata con il patrocinio di Confcooperative Cultura Turismo Sport, dedicata alla pallavolo ma sopratutto allo stare insieme e alla scoperta dei territori. Il prossimo appuntamento, a novembre, si terrà a Catania. E la nostra conversazione con Mister Giovenzana parte proprio da qui.

“L’educational è un’esperienza dedicata al concetto di benessere – spiega ai microfoni di Hashtag Sicilia – non quello degli anni Sessanta, che si identificava con il consumismo, ma benessere in senso etimologico, ben-essere, stare bene. Prima che scuola di pallavolo noi ci consideriamo un’agenzia educativa, un progetto di responsabilità sociale. Per questo, piuttosto che temi tecnici o tattici, affronteremo temi legati alla filosofia, alla cultura, al fare sport. Parteciperanno persone da tutta Italia, anche dall’estero, quindi il primo concetto sarà quello dello stare bene insieme. Condividere idee, principi, valori. Scoprire insieme i territori, l’enogastronomia, le bellezze della Sicilia. Lo sport deve uscire dal campo e dalla palestra, tornare a vivere in spazi che creino il concetto di benessere”.

Perché l’obiettivo primario, per il presidente della Anderlini, è arricchire i partecipanti dal punto di vista umano. “Non è sufficiente conoscere i fondamentali e la tecnica, bisogna conoscere la persona – sottolinea il Mister – contrastando l’idea che a contare siano soltanto il risultato e il profitto. Una società sportiva che si regge solo su questo si regge sul nulla, perché quando il risultato non arriva muore il progetto sportivo. Bisogna invece creare un ambiente stimolante, che possa produrre condivisione ed anche risultati. Fatto questo, anche se il risultato non viene si resta sempre un’agenzia educativa. Ed è molto più educativo imparare a perdere che imparare a vincere”. Un concetto, questo, piuttosto distante dalla società contemporanea. Ma secondo il Mister bisogna ripartire proprio da lì. “Se qualcuno è stato più bravo di te, tu devi riflettere e ripartire. Gli allenatori devono essere degli educatori, insegnare agli allievi a dare il massimo ma ad essere sereni nella vittoria e nella sconfitta”.

Preparare i ragazzi alla vita, insomma. Perché le sconfitte e le vittorie, nella carriera di uno sportivo come in ogni esistenza umana, si incrociano continuamente. E le crisi sono soltanto l’opportunità di costruire una nuova strada. Ne è un esempio la situazione della pallavolo italiana oggi. “La nostra nazionale femminile sta vivendo un periodo molto bello – ricorda Giovenzana – Il giovanile femminile in questo momento è al top mondiale, abbiamo vinto gli ultimi Campionati del Mondo in Perù e in Argentina, nel 2015 e nel 2017. Nel maschile, invece, c’è un problema di numeri e di qualità. Non dobbiamo nasconderlo, ma cercare di costruire le condizioni per tornare a vincere. Perché la pallavolo italiana possa avere un futuro all’altezza della sua storia”.

Di quella storia, Mister Giovenzana ne ha scritta un bel po’. “Ho iniziato a giocare a quattordici anni, e come tutti avevo il sogno di andare alle Olimpiadi – ricorda – quando nel 1975 ci qualificammo, battendo la Bulgaria nella finale a Roma, fu un’emozione incredibile. Un’emozione violenta e indimenticabile, un picco di felicità e di gioia che è difficile provare in altre situazioni. Solo lo sport regala sensazioni simili. Il secondo momento più emozionante fu quando entrammo nello stadio di Montréal, nella sfilata inaugurale. Quando concretizzai dove mi trovavo ebbi un groppo alla gola e gli occhi lucidi. Era un sogno realizzato, che per uno sportivo è impagabile”.

“Io mi reputo un uomo fortunato, prima come giocatore, poi come allenatore e infine come dirigente – conclude il Mister – Ho vissuto una vita da privilegiato, facendo quello che amavo fare. Per il futuro, spero che lo sport possa crescere e cambiare, diventare anche uno strumento per creare posti di lavoro, per aiutare il nostro Paese a ripartire. Ma senza perdere di vista la condivisone e il confronto, che sono la sua vera grandezza”.

Perché più condividiamo e più abbiamo. Giobbe Giovenzana ne è convinto. L’appuntamento con la scuola Anderlini è per l’educational del prossimo novembre a Catania. Ci sarà da divertirsi.

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