Verbumcaudo protagonista al centenario di Confcooperative: "Vogliamo dimostrare che c'è una Sicilia diversa"

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La storia di riscatto di una comunità che vuole costruire una Sicilia diversa. Trasformando in motore di sviluppo per il territorio un bene confiscato alla mafia, appartenuto ad uno dei padrini più temuti di sempre. E’ la testimonianza portata alla celebrazione per i cento anni di Confcooperative da Giuseppe Correnti, presidente della Cooperativa Sociale Verbumcaudo, che da alcuni mesi gestisce l’omonimo feudo appartenuto a Michele Greco, “il papa” di Cosa nostra.

Un intervento appassionato e significativo, quello di Correnti, che ha ricevuto l’applauso della sala e i complimenti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente all’evento. Un’emozione non da poco, come dice lo stesso Correnti ai microfoni di Hahstag Sicilia: “Non avevo mai parlato di fronte ad una platea di milleduecento persone – racconta – una platea peraltro molto qualificata, visto che oltre al Capo dello Stato e al Governo erano presenti il Presidente nazionale e i Presidenti regionali di Confcooperative. Persone con un know-how inestimabile, che hanno mostrato molto interesse per le nostre iniziative”.

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Iniziative che i ragazzi di Verbumcaudo portano avanti in un territorio, quello delle Madonie, che è il cuore vero e difficile della Sicilia. Il feudo comprende un uliveto di circa sei ettari, un vigneto sperimentale per la conservazione dei vitigni autoctoni nonché una “banca” del germoplasma per il patrimonio viticolo siciliano. Ma il vero valore aggiunto, spiega Correnti, è il rapporto con il territorio: “La cooperativa sta instaurando una relazione concreta con la comunità che la circonda – dice – stiamo creando sinergie con le aziende locali per arrivare alla trasformazione dei prodotti che coltiviamo. Il nostro obbiettivo è mettere sul mercato prodotti coltivati, trasformati e finiti sul territorio. Tutto ciò crea una relazione tra le aziende, e simbolicamente permette alla comunità di riappropriarsi del bene confiscato”.

A lavorare nella cooperativa, infatti, sono sopratutto persone del posto, la cui esperienza diventa un simbolo per molti altri cittadini. “Crediamo molto nel valore del dialogo, dell’esempio, della condivisione – dice ancora Correnti – Se un nostro cooperatore incontra un conoscente che vive a Polizzi, o in uno dei paesini della zona, e semplicemente gli offre un caffè, quel caffè diventa il simbolo che lui sta costruendo un futuro diverso lavorando a Verbumcaudo“. E la prospettiva di un futuro, spesso, è ciò che manca agli abitanti di queste zone. “Stiamo cercando di dimostrare che la Sicilia ha anche altre eccellenze, oltre alla più alta percentuale di patrimoni confiscati in Italia – sorride il presidente – c’è una Sicilia diversa e  Verbumcaudo vuole partecipare alla sua costruzione offrendo un’alternativa e una speranza”.

Una speranza che non sarebbe stata possibile senza la Confederazione delle Cooperative Italiane. “Confcooperative è stata vitale, perché si è assunta l’onere della formazione dell’intero gruppo, attraverso le sue strutture e i suoi dirigenti – sottolinea Correnti – Questa formazione ci ha permesso di sviluppare competenze – oggi abbiamo almeno dieci persone altamente professionalizzate – e ci ha dato la possibilità di entrare in una rete. Anche al centenario ho avuto offerte di solidarietà fattiva da persone che lavorano nell’ambito cooperativo da quaranta, cinquanta, cent’anni. Un patrimonio di conoscenze sviluppate e perfezionate in un secolo di vita associativa. Questo è un valore non quantificabile”.

Progetti per il domani? “Ne stiamo sviluppando diversi – dice Correnti – per ribadire la nostra identità commerciale, fortemente legata al territorio, lavorando sulla preservazione e sulla promozione del territorio, sopratutto sul fronte della biodiversità. Poi, essendo a contatto con le comunità locali, stiamo pensando ad attività di formazione che abbiano un impatto sociale, per esempio nelle scuole, per cercare di rilanciare il nostro territorio. Questa è la nostra sfida”.

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