RAGUSA – Una “marcia” pacifica per chiedere di sbloccare un’opera fondamentale per tutta la Sicilia Orientale. Non solo per lo sviluppo del territorio, ma per la vita stessa di migliaia di persone che ogni giorno soffrono gravi disagi per spostarsi da una provincia all’altra. E’ il senso della mobilitazione per l’autostrada Catania-Ragusa svoltasi sabato pomeriggio alla presenza di amministratori, sindacati e associazioni di categoria del territorio catanese e ragusano.
#NonPossiamoPiùAspettare lo slogan che ha accompagnato la manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre un migliaio di persone. In prima fila, a guidare la “marcia”, il sindaco di Ragusa Peppe Cassì: “Questa è una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme, indistintamente, senza dare alla stessa alcun colore politico – ha detto il primo cittadino – per dare una dimostrazione plastica ed evidente che questo territorio non è più disponibile ad accettare questo stato di cose. La compattezza e la partecipazione di oggi sono, più che un risultato, un punto di partenza. Andremo avanti finché sarà necessario”.
A ribadire il concetto il Presidente di Confcooperative Ragusa Gianni Gulino. “Dobbiamo impegnarci tutti insieme per raggiungere un obbiettivo comune – dice Gulino ai microfoni di Hashtag Sicilia – non è possibile rimandare ulteriormente il completamento di questa benedetta autostrada. Ogni volta che arriviamo sul punto di completare l’iter – che dura da quasi vent’anni – all’ultimo momento salta fuori qualcosa che impedisce che veda la luce. Anche questa volta, dopo aver avuto assicurazioni dai Ministri Lezzi e Toninelli che tutto andasse per il meglio, sono sorti problemi al CIPE [Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr] con la società aggiudicataria dell’appalto”.
“Poi è saltato fuori il problema del pedaggio – prosegue Gulino – che fatti tutti i calcoli dovrebbe venire circa dieci euro da Catania a Ragusa, venti euro andata e ritorno. E’ chiaro che questo sarebbe un costo non sostenibile, venti euro sono veramente troppi. Sia l’Assessore Armao che il Presidente Musumeci si erano dichiarati disponibili da questo punto di vista, contribuendo anche con idee, per esempio che se l’azienda aggiudicataria si trasferisse in Sicilia le tasse che pagherebbe potrebbero andare a compensare i pedaggi. E ancora agevolazioni per studenti e residenti, per ammorbidire il carico. Una soluzione va trovata, perché veramente non possiamo più aspettare”.
“La Catania-Ragusa è un’autostrada voluta dal basso, che serve alle imprese, alle aziende, ai cittadini – ribadisce Giuseppe Santocono, presidente della CNA di Ragusa – forse non serve ai grossi gruppi lobbistici e politici, che però avrebbero il dovere di rendere l’opera fruibile per la cittadinanza. L’autostrada rappresenta un passaggio fondamentale e strategico per la nostra provincia, che non può essere ancora una volta vittima sacrificale. Abbiamo lanciato un guanto di sfida a chi per anni ha detto che se riparte il Sud riparte l’Italia, ma poi non è stato conseguente”.
“Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell’Italia, della Sicilia e della Provincia – riprende il Presidente di CNA Ragusa – nel nostro territorio abbiamo dieci imprese ogni cento abitanti, che però non sono messe in condizione di movimentare merci e persone in modo veloce, per essere competitive e affrontare le sfide del nostro tempo. Le spiagge, il mare pulito, le città d’arte, l’ospitalità sono valori del nostro territorio, ma non bastano per creare posti di lavoro per i giovani. Per questo è fondamentale porre le condizioni perché non siano costretti ad andare via”.
“L’investimento sulle infrastrutture va proprio in questa direzione – conclude Santocono – e lo sforzo non deve concentrarsi solo sulla Catania-Ragusa, ma anche per il completamento della Siracusa-Gela, per far decollare l’aeroporto di Comiso, per rilanciare l’autoporto di Vittoria, per creare opportunità di lavoro e sviluppo. Perciò la protesta deve continuare in maniera progressiva, fino ad ottenere ciò che serve per le nostre aziende e per i nostri giovani”.