Alle 10.30 sit-in in piazza Verga dei giudici di pace, viceprocuratori e giudici di pace onorari provenienti da tutta la Sicilia: sciopereranno fino al 17 maggio

tribunale di Catania
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CATANIA – I Giudici di pace, i vice procuratori onorari e i giudici onorari di pace addetti ai tribunali ordinari sciopereranno si asterranno  dalle  udienze e dagli altri servizi di istituto fino al 17 maggio. Ad annunciarlo sono le associazioni UNAGIPA,  FEDERMOT, ANGDP e COGITA.

Oggi per dar forza alla loro protesta, alle ore 10.30 i giudici provenienti da tutta la Sicilia terranno un sit-in davanti al tribunale di Catania in piazza Verga.

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L’astensione è determinata dalla “persistente inerzia del Governo circa varo della riforma riguardante la magistratura onoraria, nonostante la previsione al punto 12 del CONTRATTO DI GOVERNO del necessario superamento della Riforma Orlando”.

Secondo le associazioni di categoria, “le proposte dei tecnici nominati dal Ministro Bonafede nel  tavolo tecnico ministeriale istituito col dichiarato intento di condurre rapidamente alla individuazione di una proposta legislativa condivisa dalle categorie interessate, sono state completamente disattese.

Il provvedimento normativo  di  superamento della legge Orlando -proseguono le sigle sindacali- doveva essere presentato alle associazioni per le loro osservazioni  entro 20 giorni da quel 7 marzo, ed emanato entro le elezioni europee del 26 di maggio”.

“E invece  nessuna promessa è stata mantenuta”, denunciano UNAGIPA,  FEDERMOT, ANGDP e COGITA.

“Ad oggi –viene spiegato- non vi è stata alcuna convocazione del Tavolo tecnico o politico finalizzata all’esame dell’articolato, ma solo un rincorrere di voci contrastanti e non ufficiali.

A ciò si aggiunge  la sorprendente dichiarazione del  Ministro Bonafede del 23 aprilescorso, durante una visita al Tribunale di Marsala, con la quale,  nell’illustrare  le nuove risorse che ha richiesto ed ottenuto per il comparto Giustizia, ha così definito la categoria:

La giustizia , finora ha funzionato anche grazie ai precari della magistratura, vice procuratori, giudici onorari. Noi abbiamo pensato anche a loro. Certo non diventeranno Magistrati, ma avranno una vita più dignitosa.”

Impariamo da tale imbarazzante asserzione –scrivono le associazioni di giudici di pace, vice procuratori e giudici di pace onorari- che anche il Ministro è a conoscenza del fatto che siamo “PRECARI” e quindi LAVORATORI  e  non semplici volontari come ci definisce la riforma Orlando e come continua a definirci la stessa tecnostruttura del suo ministero che ha scritto la riforma della magistratura onoraria  per il suo predecessore.

Il Ministro afferma  che non diventeremo magistrati, nonostante lo siamo già e come tali amministriamo la giustizia” osservano.

“I cittadini italiani devono sapere che le sentenze del primo grado di giudizio emesse negli ultimi trenta anni da giudici di pace e da giudici onorari di tribunale sono nulle poiché emesse da un NON MAGISTRATO in violazione  della Costituzione e dell’Ordinamento Giudiziario che pur ci prevedono e disciplinano nel loro interno” sbottano UNAGIPA,  FEDERMOT, ANGDP e COGITA.

Neanche i suggerimenti formulati nei due comunicati dell’Associazione Nazionale Magistrati il cui avvicinamento alle istanze della nostra categoria –chiariscono- è stato tanto  apprezzato dalle scriventi associazioni, sono stati tenuti minimamente in considerazione.

Inaspettatamente, raggiunta tale inattesa “quadratura del cerchio”, a frapporre ostacoli al recepimento dell’accordo raggiunto con l’ANM è stato il Ministero della giustizia che lo aveva caldeggiato.

Si assiste, infatti, al sovrapporsi di dinieghi provenienti sia dal vertice politico, incapace di reperire le pur modeste fonti di finanziamento di tale progetto unitario, sia dalla tecnostruttura, sin troppo ancorata alla difesa del testo congegnato nella precedente legislatura, i cui limiti applicativi e la cui inattuabilità politica –concludono le organizzazioni- appaiano ormai universalmente conclamati, rendendo evidente la necessità di un loro superamento nella direzione concertata da tutte le componenti della magistratura”.

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