CATANIA – “Siamo di fronte ad una situazione mai vissuta. E’ la prima volta che Catania sospende gran parte dei servizi sociali a favore delle persone che hanno più bisogno”.
E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto da Luciano Ventura, segretario generale di Confcooperative Sicilia, a proposito della sospensione da parte del Comune dei servizi di assistenza nei confronti di circa settecento anziani e disabili psichici e fisici. Una sospensione arrivata dall’oggi al domani, con una serie di pec che informavano che “per l’impossibilità di impegnare risorse finanziarie e vista la necessità per il Comune di Catania, già in dissesto, di non creare debiti fuori bilancio, dal corrente mese di maggio il servizio è da ritenersi sospeso ad ogni effetto di legge”.
“Tra gli utenti che stanno soffrendo di più ci sono certamente i disabili, che rischiano di non ricevere più l’assistenza che finora hanno avuto – spiega Ventura ai nostri microfoni – Ma ci sono anche gli anziani, che spesso sono anche disabili e che in molti casi non hanno una famiglia alle spalle che li possa riprendere. E ancora, pensiamo ai minori. I ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie e che hanno forme di disabilità usufruiscono del servizio igienico-personale – basilare per poter restare a scuola – e del servizio di assistenza e autonomia alla comunicazione. Mentre il primo è ancora attivo, il secondo da due giorni è stato sospeso. Il che significa non dare più al minore la possibilità di imparare, di comunicare con gli altri, di essere autonomo. Sostanzialmente viene negato il diritto allo studio”.
Una situazione di disagio a fronte della quale non è stato dato alcun preavviso. “Le pec sono arrivate dopo il primo maggio – sottolinea Ventura – senza essere precedute da incontri o comunicazioni alle rappresentanze delle cooperative e ai sindacati. Un modus operandi che va al di là di ogni tipo di cooperazione o concertazione tra la pubblica amministrazione e il privato”. Per questo, molte cooperative hanno preso carta e penna per scrivere all’Assessorato ai Servizi Sociali. Per chiedere conto di una decisione che riguarda servizi obbligatori che non potrebbero essere interrotti nemmeno sulla base di una difficoltà economica, come quella che sta vivendo il Comune di Catania a causa del dissesto.
Ma come si è arrivati ad una situazione del genere? “L’evasione fiscale è alla base del dissesto – dice il segretario generale di Confcooperative Sicilia – un’evasione che è stata merce di scambio tra il privato e il pubblico, a livello politico e di funzionariato. Questo modo assolutamente patologico di agire ha portato al debito favoloso che ci ritroviamo, una montagna che sembra impossibile da scalare”. Una situazione che non prevede soluzioni facili, aggiunge Ventura: “In attesa di azioni esterne Catania deve fare la propria parte, mettere all’angolo gli evasori, salvaguardando quell’evasione incolpevole fatta di indigenti che non possono pagare e colpendo quella parte della città che non si cura di nulla, e che non ha alcun senso di responsabilità verso le nuove generazioni”.
Fatto questo, serviranno misure concrete da parte del Governo regionale e di quello centrale: “Attendiamo ancora i famosi 30 milioni di anticipazione che la Regione avrebbe già dovuto mandare al Comune – attacca Ventura – un fatto gravissimo. Poi tocca al Governo nazionale venire incontro al primo grande Comune dissestato in Italia, non necessariamente con erogazioni in denaro. Basterebbe dare, per esempio, la possibilità di rinegoziare i mutui: già questo darebbe abbastanza ossigeno per poter guardare con più favore ai prossimi anni”.
Oggi, intanto, l’Assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo ha incontrato la stampa dichiarando che il Comune sta facendo di tutto per ripristinare il servizio a cominciare dai disabili gravi e psichici.