CATANIA – Il grado di civiltà di una città si vede da come tratta i cittadini con disabilità e le loro famiglie. Dall’altroieri, forse, Catania è una città un po’ meno civile. Da quando cioè una comunicazione della Direzione Famiglie e Politiche Sociali ha avvertito che “per l’impossibilità di impegnare risorse finanziarie e vista la necessità per il Comune di Catania, già in dissesto, di non creare debiti fuori bilancio, dal corrente mese di maggio il servizio è da ritenersi sospeso ad ogni effetto di legge”.
Quale sia il servizio sospeso è presto detto. A venire meno, da due giorni, è l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione in favore degli alunni disabili. Un fulmine a ciel sereno per tante famiglie catanesi che su quella figura contavano per garantire ai propri figli – si parla di circa trecentocinquanta alunni – il diritto all’istruzione. Ma la decisione riguarda anche i servizi assistenziali per duecentocinquanta anziani e settanta disabili psichici, per un totale di circa settecento persone.
Ma in che cosa consisteva in effetti il servizio? A spiegarlo ai microfoni di Hahstag Sicilia è la dottoressa Tania Baglio, mamma di Matteo, ragazzino affetto dalla sindrome di Marinesco-Sjogren. “L’assistente all’autonomia e alla comunicazione è una figura specializzata, scelta da un elenco depositato al Comune – spiega Tania – Si tratta di operatori laureati in psicologia, pedagogia, scienze dell’educazione, che lavorano con partita Iva oppure con cooperative. Ne ha diritto soltanto chi ha il comma 3 della legge 104, ovvero il requisito della gravità. L’indicazione di avere l’assistente viene data dall’ASP, dopo la diagnosi funzionale. Lì viene stabilito che serve questa figura – oltre all’assistenza igienico-personale – per l’anno scolastico successivo”.
A questo punto la famiglia “sceglie” l’assistente. “Si tratta di un servizio molto importante – prosegue la mamma di Matteo – Ci sono situazioni in cui se i ragazzi sono da soli, senza una figura che li segua e li accompagni, non possono stare nemmeno in classe. Pensiamo ai bambini autistici con gravi problemi comportamentali, che non possono rimanere soltanto con l’insegnante curriculare. Di conseguenza si grava sui genitori, che devono andare a riprenderli malgrado i loro impegni. Finora, tra l’assistenza e gli insegnanti di sostegno, si riuscivano a coprire quasi tutto l’orario scolastico. Adesso non sarà più così. Speriamo che non sospendano anche l’assistenza igienico-personale”.
Al momento questo servizio è ancora garantito. Ma già la mancanza di queste figure si fa sentire. “Matteo ha la fortuna di non avere grossi problemi cognitivi e comportamentali, e ha trovato una classe che lo aiuta – precisa Tania – Ma la figura dell’assistente era importante per aiutarlo ad affrontare alcune materie. Quando l’ha saputo mi ha detto: ‘Mamma, domani come faccio?’. Gli ho risposto che lo avrebbero aiutato i compagnetti, ma è un’assenza che si farà sentire”. E che non si sa se e quando tornerà: dalle parti di Palazzo degli Elefanti si parla di “decisione sofferta” e dell’impossibilità di fare debiti fuori bilancio per pagare quello che pure è un servizio indispensabile e garantito dalla legge. E la domanda che tutti si fanno è cosa accadrà con il nuovo anno scolastico.
“Non è la prima volta che i servizi vengono sospesi – conclude Tania – quello che ci ha dato fastidio è stata la mancanza di preavviso. Lo abbiamo saputo nel pomeriggio dell’altroieri e già l’indomani non c’era più l’assistenza. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Per i bambini ma anche per gli operatori che lavorano e non possono certo restare per strada. Noi famiglie non sappiamo come fare”.